Non c'erano dubbi: Dirk Nowitzki non avrebbe mai nemmeno immaginato di lasciare Dallas. Di "tradire" il proprietario Mark Cuban ed il General Manager Donnie Nelson, il cui padre volle fortemente portarlo in Texas nel lontano 1998 dopo che i Milwaukee Bucks lo avevano scelto con la nona chiamata. Di abbandonare una città - la Big D - capace da subito di stringersi attorno a questo spilungone biondocritico, così smilzo e pericolante, nonostante le enormi asperità di una carriera vissuta con l'etichetta di perdente appiccicata addosso, strappata soltanto - a 33 anni - nel glorioso 2011. Una leggenda: questo è Dirk Nowitzki per i Dallas Mavericks. E le leggende si sacrificano per amore della maglia. E' così che l'MVP della Regular Season 2007 e la dirigenza texana avrebbero raggiunto l'accordo per l'atteso prolungamento di contratto: altri 2 anni insieme, con una Player Option per la stagione 2016/2017 che potrebbe farli diventare 3. Sulla durata, nessuna sorpresa.
Ciò che forse non ci si attendeva - magari non i tifosi Mavs, abituati ormai alla generosità e al senso di appartenenza del loro campione teutonico - sono le cifre: 10 milioni di dollari l'anno, secondo Marc Stein di ESPN. Un taglio di stipendio che già di per sè sarebbe notevole, alla luce degli oltre 22 milioni di dollari percepiti nel corso della stagione scorsa, ma che acquisisce ulteriore spessore alla luce del fatto che, molto semplicemente, non è il primo: già nel 2010, infatti, Dirk Nowitzki aveva acconsentito a lasciare sul piatto circa 16 milioni di dollari, firmando un rinnovo quadriennale ad 80 milioni di dollari complessivi e non un massimo salariale che avrebbe raggiunto quota 106.
La cifra risparmiata sull'ingaggio individuale di Wunder Dirk sarà ovviamente reinvestita nella costless-agency in corso. Nuovamente Marc Stein svela che fra i pretendenti a Carmelo Anthony, tra i quali i Dallas Mavericks, starebbe montando un pessimismo dilagante, secondo il quale starebbe sempre più prendendo corpo l'ipotesi che Melo possa prolungare il suo rapporto coi New York Knicks, apparsi sin da principio estremamente confidenti delle proprie (vacillanti, secondo tutti gli addetti ai lavori) possibilità. La franchigia campione NBA 2011 ha già individuato le opportune alternative: i pari-ruolo Chandler Parsons, Restricted Costless Agent degli Houston Rockets, e Luol Deng, ex Cleveland Cavaliers e Chicago Bulls. Il mercato dei costless-agent è attualmente congelato in attesa che l'ex numero 15 dei Denver Nuggets prenda la sua decisione: dovesse scegliere di restare nella Grande Mela o trasferirsi ai Chicago Bulls, automaticamente diverrebbe pressoché certo che gli Houston Rockets tratterrebbero Parsons pareggiando qualunque offerta rivale; viceversa, ove Melo optasse proprio per la città dei razzi, a quel punto Chandler Bang potrebbe essere lasciato andare. Diverso il discorso di Luol Deng: l'ala inglese lascerà certamente l'Ohio, ma è tentato dai Los Angeles Clippers di coach "Doc" Rivers, i quali però, a causa del loro monte-ingaggi, sarebbero obbligati ad orchestrare una spinosa sign-and-trade coi Cleveland Cavaliers, detentori dei suoi Bird Rights. Visto il contributo personale del Capitano, i Mavs hanno almeno il dovere di provarci.