Continua il nostro viaggio nella Lega più affascinante del mondo. I playoff calamitano l'attenzione di tutti gli appassionati ed esperti del settore, ma per qualcuno è già tempo di costruire la squadra del futuro. Analizziamo insieme gli eventi principali della settimana
CLEVELAND CAVALIERS
Se la sfiga ci vede benissimo, quando si tratta di Draft Lottery anche la fortuna sembra fare altrettanto con i Cavs. La franchigia dell’ Ohio, ha conquistato per il secondo anno consecutivo il primo posto nella lotteria, garantendosi la prima scelta per il prossimo Draft in programma al Barclays Center il prossimo 26 giugno. Un epilogo nella quale la mano della Dea bendata ha premiato la squadra presentatasi all’evento con l’ 1,77 % di possibilità di aggiudicarsi la scelta più ambita, una cifra irrisoria ma in questo caso preziosa con la quale Cleveland ha prevalso sui Bucks e sui 76ers .A certificare poi l’esplicita intesa tra la Lottery ed il club di proprietà di Dan Gilbert, ci sono le prime tre scelte acquistate negli ultimi quattro anni. La società fresca di secondo divorzio da Mike Brown avrà così la possibilità di rialzarsi dopo una stagione travagliata e segnata dall‘ennesimo fallimento in chiave qualificazione ai playoff, assicurandosi le prestazioni di un giovane di talento e di belle speranze. L’obiettivo sarà sicuramente quello di non ricadere nell’errore dello scorso anno, quando Cleveland decise di puntare su Anthony Bennett, la cui prima stagione nella Lega si è rivelata ben al di sotto delle aspettative. Anche per questo motivo, non è da scartare l’ipotesi che vuole i Cavs pronti a scambiare la loro prima scelta in cambio di una figura eccellente. Il primo nome è quello di Kevin Love, l’ala grande dei Timberwolves (per loro 14esimo posto al Draft) tentato da numerose franchigie, Los Angeles Lakers in primis. Non sono solo gli scenari di mercato dei giocatori a tenere banco in casa Cavs. I vertici alti, lavorano naturalmente per rintracciare un nuovo tecnico capace di portare la squadra verso un prezioso avvenire. Gli ultimi nomi che ruotano intorno a Cleveland sono quelli di: Alvin Gentry, ex tecnico dei Phoenix Suns ed ora vice allenatore dei Los Angeles Clippers, Adrian Griffin ora assistente di Thibodeau ai Chicago Bulls e di Vinny Del Negro, pronto a tornare su di una panchina Nba dopo l’anno sabatico maturato in seguito all’addio alla carica di head-coach ai Los Angeles Clippers.
INDIANA PACERS
Ci volevano i Washington Wizards per guarire gli Indiana Pacers. La franchigia di Indianapolis archiviato il complicato primo turno contro gli Atlanta Hawks, è riuscita ad eliminare anche la squadra della Capitale con il risultato di 4-2. Un successo fondamentale che ha permesso ai Pacers di raggiungere per il secondo anno consecutivo la finale di Conference, ma soprattutto dato maggiore fiducia e solidità ad un gruppo apparso in vistosa difficoltà negli ultimi tempi. Figura chiave di questa rifioritura Roy Hibbert. Il centro statunitense è tornato sui suoi standard di una volta, passando dalla figura anonima scesa in campo nella prima serie ( chiusa con una media di 5,3 punti e 3,7 rimbalzi) a pedina fondamentale ed imprescindibile per Indiana negli ultimi tempi. Una cresciuta graduale la sua, avvenuta grazie anche all’aiuto dei suoi compagni, sempre pronti a difenderlo davanti agli impietosi commenti dei microfoni. Per compiere la vendetta nel revival della finale di Conference del 2013, sarà utile sia il fattore campo, bonus considerato di vitale importanza e che ha animato le ultime balbettanti sfide dei Pacers nella regular season, sia un manipolo di cestisti combattivi e spietati ed al massimo delle loro forze. Nelle prime due battute del nuovo duello con Miami, gli uomini di Vogel si sono dimostrati intraprendenti e ben preparati ma demolire i detentori degli ultimi due titoli non sarà di certo facile. Il risultato per il momento è fermo sull’ 1-1, ma questa lunga pausa che ha sancito il trasferimento dal Bankers Life Fieldhouse a South Beach sarà stato utile ai rispettivi coach per studiare ed analizzare al meglio i dati, le tattiche, gli schemi ed i comportamenti delle avversarie. Ad Indiana non sono inoltre mancati i problemi di infermeria. Sono state vissute con ansia le ultime ore da parte dell’intera organizzazione Pacers che ha rischiato concretamente di scendere in campo per gara-3 senza il suo top scorer Paul George. La guardia nativa di Palmdale è uscita infatti malconcia dall’ultima sfida tra le mura amiche rimediando una fastidiosa quanto pericolosa commozione cerebrale. Un contatto di gioco con Dwyane Wade (che ha subito mandato un grosso in bocca al lupo al suo avversario) sul finale di gara si è rivelato fatale per la stella dei Pacers, il quale ha però continuato a disputare il match, salvo una volta terminato lamentarsi per alcuni “blacked out” accusati anche sul parquet. Dopo gli accurati controlli previsti dalla Federazione in casi di questo genere, George è stato però considerato abile ed arruolabile per la prima sfida dell’ American Airlines Arena. Possono così tirare un sospiro di sollievo i supporters di Indiana e soprattutto il suo coach Frank Vogel che alla vigilia del terzo confronto della serie aveva presentato la reale possibilità che il numero 24 potesse vivere l’atmosfera della gara dalla tv dell’albergo.
OKLAHOMA CITY THUNDER
“ Non c’è due senza tre “. Un proverbio che sarà capitato di nominare a tutti almeno una volta e che riletto in una diversa forma può illustrare la situazione nella quale hanno versato i Thunder nelle prime due sfide della serie contro San Antonio. C’è Durant, c’è Westbrook, ma senza Ibaka la faccenda si complica notevolmente. Ecco spiegata la nuova versione del motto. L’assenza di Air Congo in gara-1 ed in gara-2 si è rivelata più pesante di quanto già suggerisse la carta e nettamente più vantaggiosa per gli Spurs. Senza la sua ala grande, bloccata forse fino a fine stagione a causa di un grave infortunio al polpaccio sinistro, i Thunder sono finiti sotto 2-0 mostrandosi ridimensionati ed incapaci di giocare alla loro maniera. Il lavoro sotto canestro e la grande fisicità di cui dispone il cestista di origini congolese, sono caratteristiche alla quale nessuno è stato fin qui in grado di supplire. Senza Ibaka l’imprevedibilità del gruppo, così come la sua capacità di creare reali spaventi a San Antonio si è rivelata pari allo zero. L’ mvp dell’anno Durant ed il suo fido collega Westbrook non sembrano al momento in grado di tirare fuori dalle sabbie mobili la squadra. Visti i primi due atti, con un Oklahoma totalmente orfana di stabilità e grossi riferimenti sul campo, la sensazione è che la serie sia oramai degli uomini di Gregg Popovich, se non fosse che mancano ancora due gare chiave e che soprattutto l’assente di turno in casa Thunder Ibaka potrebbe a gran sorpresa rientrare. Strano ma tutto assolutamente vero. La notizia del magistrale recupero dell’atleta è stata diffusa dalla stessa franchigia attraverso un comunicato firmato dal gm Sam Presti: “ C’è la possibilità che giochi contro San Antonio. Il gonfiore nel suo polpaccio si è ridotto in modo sensibile e sorprendente, dovrà effettuare una seduta completa di allenamento ma riesce a camminare ed il dolore è diminuito “. Dichiarazioni che riaccendono le speranze di Oklahoma e dei suoi tifosi, consapevoli della difficile quanto complicata rimonta che li attende, ma nonostante tutto fiduciosi di potersi confrontare con la testa di serie di Ovest almeno ad armi pari o quasi. Le condizioni di Ibaka verranno monitorate attentamente da parte dello staff medico dei Thunder nel corso delle prossime ore. Nel caso in cui venga dato parere positivo dai dottori, la missione remuntada di Oklahoma sul palcoscenico di casa, avrà una forza in più sulla quale puntare.
SAN ANTONIO SPURS
La tela degli Spurs continua ad arricchirsi di nuovi e preziosi elementi che non fanno che renderla sublime ed invidiata dal resto del circo Nba. L’autore dell’opera è sempre lui, il taciturno Gregg Popovich, che alle parole preferisce i fatti ed alle interviste irriverenti il lavoro e la disciplina della palestra. Dopo una stagione contraddistinta dal record stagionale di 62 vittorie e 20 sconfitte, gli Spurs non si sono di certi fermati. Dopo aver faticato più del previsto con la banda di Nowitzki nel primo turno, hanno ingranato la marcia e sono saliti sull’aereo che porta nelle parti nobili del tabellone piegando per 4-1 gli scoppiettanti Portland Trail Blazers, cenerentola degli ultimi playoff. Ora davanti agli uomini della franchigia texana c’ è la terza finale di Conference degli ultimi tre anni. L’ostacolo presente sul sentiero verso le Finals sono gli Oklahoma City Thunder sulla quale gli speroni hanno letteralmente passeggiato sopra nei primi due confronti. I punti forti della franchigia nerargentata sono sotto gli occhi di tutti, ma nonostante ciò resta difficile limitarli. San Antonio gioca bene, possiede un alto tasso di qualità nel suo roster, i suoi uomini giocano a memoria, sembrano sempre saper fare la mossa giusta al momento giusto, sfruttano le penetrazioni in modo letale, chiudono in difesa con grande autorevolezza e non perdonano nessun calo di attenzione della rivale. Una macchina perfetta, munita di un meccanismo ben oleato e messo a punto nel corso del tempo dal miglior allenatore dell’ anno. Il motore della fuoriserie texana vanta almeno tre cilindri di lunga data e di grande efficienza: Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan. Un trio delle meraviglie semplicemente pazzesco, che non ha bisogno più di presentazioni ma solo di lodi e complimenti. I tre cestisti incarnano in pieno i valori del basket, gentiluomini, professionisti ma soprattutto vincenti. Al di là di quei tre titoli alzati al cielo insieme, il terzetto è numeri alla mano il più trionfante della storia dei playoff. Il doppio successo raggiunto nella settimana contro i Thunder ha permesso loro di eguagliare prima e scavalcare poi la leggendaria terna dei Lakers: Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar, Michael Cooper arrivata a 110 successi. Sono così 111 le vittorie sigillate nella postseason dai tre senatori degli Spurs che non hanno nascosto al termine della gara record la loro soddisfazione. “ Mi sembra di vivere un sogno. Io che sono arrivato dalla Francia sono protagonista di questi numeri. – ha ammesso Tony Parker - Sono orgoglioso di fare parte di questa squadra, abbiamo la possibilità di giocarci il pass per le Finals e dobbiamo continuare su questa strada. “ A fargli eco sul tema Finals c’ha pensato Tim Duncan, apparso però estraneo ai numeri raccolti con il francese Parker e l’argentino Ginobili “ L’ho scoperto quando me l’avete detto voi. “ ha confidato alla stampa. Ancora più ricche di significato le considerazioni di Ginobili: “ Tutto ciò è fantastico, è splendido ma non dobbiamo accontentarci. Vogliamo continuare a vincere, nella nostra testa c’è da portare a casa un anello. Per pensare ai record registrati ci sarà tutto il tempo possibile dopo il nostro ritiro, ora conta altro. “ La fame anello degli Spurs è tanta, la tela guidata dalle pennellate di Popovich ha ancora lo spazio necessario per introdurre nuove decorazioni.