New York - “Oh no, they did it again”. Questa l’espressione, alquanto stupita, del telecronista della lottery tenutasi stanotte in quel di New York, nel vedere che per la seconda volta consecutiva, la terza in quattro anni, la quarta in una decade considerando il 2003, i Cleveland Cavaliers hanno “pescato” la numero uno al Draft Nba 2014. Un caso? Beh, di certo la cosa ha del clamoroso, anche per i precedenti, ma soprattutto se consideriamo che partivano con l’1.7% delle possibilità di “prendere” la uno. E dopo aver scelto LeBron James nel 2003, piuttosto facile, Irving nel 2011 che fu una grande scelta, saranno chiamati a riscattare la chiamata fallimentare dello scorso anno quando scelsero Anthony Bennett, non proprio una scelta gloriosa.
Ripetere un fallimento come quello dello scorso anno sarà alquanto improbabile, avendo a disposizione una vasta possibilità di scelta, in uno dei Draft che è stato definito tra i migliori di sempre. La profondità e la qualità media dei giocatori presenti, rappresenta un’occasione più unica che rara per squadre come Philadelphia e Phoenix Suns di pianificare il futuro al meglio, che avranno più di una chiamata al primo giro (ma di questo parleremo successivamente). Le stelle che si affacciano al Draft di quest’anno sono state paragonate, come talento e forse anche come impatto che dovrebbero e potrebbero avere nella Lega, ai migliori Draft di sempre come quello del ’84 (Hakeem Olajuwon, Charles Barkley, John Stockton e soprattutto Michael Jeffrey Jordan, il più forte umano, se così possiamo definirlo, ad aver giocato a questo gioco), del ’96 dove c’erano Iverson, Marbury, Ray Allen, Steve Nash, Jermaine O’Neal e dove alla 13, dagli Charlotte Hornets, fu scelto un ragazzino che poi avrà discreto successo con i Los Angeles Lakers, vincendo 5 titoli, e dominerà la scena per un decennio, Kobe Bryant (prontamente scambiato per Vlade Divac), ed infine quello più recente del 2003 con i vari James, Anthony, Wade, Bosh e David West.
Un piccolo paragrafo lo utilizzeremo per spiegare brevemente la divisione delle percentuali tra le squadre ed il procedimento della lottery : ogni squadra, delle 14 escluse dalla postseason vengono rappresentate con una pallina da ping pong con il proprio numero di partenza, e poi inserite in ordine crescente all’interno di una macchina da lotteria, che con un flusso d’aria le mescola e ne estrae in modo casuale 4. Il numero delle combinazioni possibili è 1001, scartando per convenienza l’ultima combinazione (11-12-13-14), si scende a 1000, che vengono assegnate ai team partecipanti in base al loro record della stagione precedente, partendo dal record peggiore a salire (25% per Milwaukee di avere la prima scelta, 19,9% per Philadelphia, 15,6% per i Magic e cosi via per tutte le altre fino alla quattordicesima). La tabella sottostante spiega tutte le percentuali legate a tutte le squadre partecipanti, scelta per scelta, dove spicca l’1.7% dei Cavs per la prima scelta 2014.
Passiamo all’analisi degli abbinamenti, provando ad intuire le scelte che verranno fatte dalle squadre. Come abbiamo già detto i Cavaliers avranno il privilegio di scegliere per primi (2 - Bucks, 3 - 76ers, 4 - Magic, 5 - Jazz, 6 - Celtics, 7 - Lakers) ma non sarà affatto una scelta facile. I nomi che ballano sono fondamentalmente tre : Andre Wiggins e Joel Embiid da Kansas e Jabari Parker da Duke . La valutazione che dovranno fare i cavs probabilmente verrà influenzata dal report sulle condizioni fisiche (della schiena in particolare) che il manager di Embiid trasmetterà alle squadre interessate. Qualora il bollettino fosse positivo, i cavs potrebbero anche optare per una scelta più tattica che tecnica, preferendo un lungo come Embiid, a dei giocatori perimetrali, seppur eccellenti, come Parker e Wiggins. Scenario che poterbbe cambiare se le condizioni del lungo di Kansas non dovessero dare molte certezze. A quel punto la scelta sarebbe di affiancare due giocatori potenti, esplosivi e con tanti punti nelle mani a Kyrie Irving, che manterrebbe la leadership della squadra, ed i riflettori puntati su di lui. Situazione che si farebbe ancora più interessante se consideriamo i rumors che parlano di un clamoroso ritorno di LeBron nella sua prima squadra : un terzetto formato da Irving, James ed uno tra Parker e Wiggins di certo potrebbe spostare gli equilibri. Ma questa è soltanto una remotissima possibilità.
I secondi a scegliere saranno i Milwaukee Bucks, che si affideranno, probabilmente, ad un uomo che può essere destinato a diventare il simbolo della franchigia. In una situazione come la loro, la scelta non dovrebbe essere molto difficile. In quest’ottica, qualora fosse ancora disponibile, la “presa” dovrebbe essere Jabari Parker, che gli addetti ai lavori definiscono come il giocatore più pronto che esce dal college. Uno che inserito in una squadra facilmente migliorabile potrebbe prendere per mano i compagni e guidarli verso posizioni di classifica migliori.
Una dei maggiori vantaggi che offre questo Draft molto lungo e probabilmente prospero è la possibilità di avere più scelte all’interno dei primi due giri. Vantaggio che dovranno sfruttare Philadelphia e Phoenix. Phila avrà addirittura 7 scelte nelle prime 60 posizioni (3, 10, 32, 39, 47, 52 e 55!!!!), con la possibilità di costruire una squadra giovane e forte attorno a Carter-Williams, che troppo spesso quest’anno ha predicato nel deserto. Possiamo quasi ipotizzare la creazione di una squadra sul modello Oklahoma City, fatta di prime scelte e di molti giovani gregari (Ibaka su tutti) che potrebbero far lievitare il valore della squadra. La scelta dello scorso anno dei Sixers forse ha dato i suoi frutti : cedere Jrue Holiday in cambio di Noel (rookie di belle speranze, ma ancora molto grezzo) ed una scelta (la 10) non è stata del tutto avventata. Avendo preso Carter-Williams, quast’anno potranno affiancargli un’ala come Wiggins o Parker, o creare un asse play-pivot con Embiid, avendo a disposizione anche la scelta scambiata per completare il quintetto. Phoenix invece ha tre scelte nelle prime 30 (14, 18, 27)! Con la possibilità di arricchire un roster già molto forte, che ha sfiorato i playoffs, e che avrebbe la chance di scegliere un giocatore già fatto e pronto, un prospetto molto interessante e coprire un ruolo magari scoperto con una scelta abbastanza alta.
La profondità di questo Draft è data anche da giocatori che in questa stagione di college hanno attirato su di loro la maggior parte dei riflettori, a volte spostandoli dal binomio Parker-Wiggins, che ha caratterizzato l’annata. Giocatori come Exum, in uscita dall’Australia, Vonleh uno dei più talentuosi del giro, un guerriero del pitturato ma anche molto incisivo in attacco. Ma anche Gordon da Arizona e Randle da Kentucky potranno garantire una scelta sicura per il futuro delle squadre che li sceglieranno.