San Antonio approfitta dell'assenza di Serge Ibaka e fa sua la prima sfida di una serie che li vede grandi favoriti. Senza il loro centro, i Thunder non hanno difesa contro Tim Duncan, che ne approfitta per mostrare tutto il repertorio della casa. Nell'unico momento di difficoltà, gli Spurs trovano nel caraibico e in Manu Ginobili le armi per spegnere le velleità dei Thunder, discontinui in attacco e molli in difesa. Se per i Thunder è stata quindi decisiva l'assenza di Ibaka, San Antonio non ha risentito dell'infortunio al tendine del ginocchio che ha limitato Parker. Nonostante i 28 punti, Durant (6 perse, 1/4 nell'ultimo periodo) non incide, mentre Westbrook aggiunge ai 12 errori al tiro anche 4 perse. Nonostante la posta in palio, prima della palla a 2 coach Popovich trova il modo di scherzare con Steve Kerr, suo ex giocatore e neo coach di Golden State. Intervistato da Kerr, che continua a lavorare come analyst per la TNT, Popovich "sbotta": "Non capisco perché dovrei lasciarmi intervistare da lui. E' un rivale, ora!"
I primi punti dell'incontro portano la firma dei due giocatori più attesi: Durant da una parte, Duncan dall'altra. I Thunder provano a coinvolgere anche i comprimari, non ricevendo però alcun contributo dai vari Collison, Sefolosha e Perkins. Al contrario, gli Spurs vanno sul sicuro dando palla a Duncan, che fa ciò che vuole di Perkins, e quando anche Parker comincia a martellare la difesa di Oklahoma il vantaggio diviene cospicuo (18-7). Brooks chiama immediatamente il time out e prova a innescare Westbrook, ma è naturalmente Durant ad abbozzare la rimonta (22-18). Gli Spurs rispondono con una tripla di Leonard, ma vengono sorpresi dal buon impatto di Fisher e Jackson (27-24). Uno scambio di triple tra Mills e Fisher tiene alto il punteggio, col primo quarto che si chiude sul 30-27.Il secondo parziale si apre con un gioco da 3 punti di Duncan. Danny Green entra per un impreciso Leonard e si abbatte sulla partita con 8 punti, confezionati con 2 triple, che danno 8 punti di vantaggio a San Antonio (43-35). I Thunder restano a galla con l'esperienza di Fisher e la buona volontà di Adams, con l'ex Lakers scatenato da oltre l'arco. Si fa vedere anche Belinelli, con un paio di canestri (52-43), ma è Parker, con 5 punti consecutivi, a mandare in fuga gli Spurs (63-48). I Thunder non si abbattono e negli ultimi 2 minuti e 30 del primo tempo costruiscono un parziale di 11-4, con 4 giocatori a segno, che permette loro di evitare di andare al riposo con uno svantaggio in doppia cifra (67-59). La ripresa si apre con una tripla di Green, cui seguono 2 minuti di errori al tiro e palle perse. Una raffica di Westbrook (9 punti in 2 minuti) riporta a contatto Oklahoma (72-68). Ginobili dà ossigeno agli Spurs con una tripla, ma 5 punti di Durant portano gli ospiti a un solo canestro di distanza (75-73). Gli Spurs falliscono le successive 3 conclusioni e vengono superati da Westbrook. Nel momento più difficile, ecco venir fuori i veterani: Ginobili e Duncan operano il sorpasso, poi, mentre Westbrook e Jackson combinano disastri, gli Spurs tirano fuori punti da Diaw e Baynes, innescati dall'argentino. E' sempre Ginobili a siglare gli ultimi 4 punti di San Antonio, che entra nell'ultimo periodo con 7 lunghezze di vantaggio (89-82).
Il quarto finale si apre con la solita tripla di Green. Belinelli è utile con un canestro e un assist per Leonard, che portano San Antonio sul +13 (95-82). Durant e Butler provano a organizzare la resistenza, ma la difesa dei Thunder, senza Ibaka, fa acqua da tutte le parti. Con una tripla e un assist per Duncan, Ginobili chiude di fatto i giochi a 4 minuti dal termine (111-95). L'argentino si scatena nel finale, portando San Antonio anche sul +20, prima che le triple di Jones e Fisher limitino il passivo.
"Non ci sono scuse," commenta coach Brooks. "Ibaka è out e non tornerà in campo. Dobbiamo giocare meglio. Se vogliamo battere una delle migliori squadre di basket che esistano, dobbiamo giocare meglio e non cercare scuse."
"Sappiamo di dover giocare al meglio per batterli, e non è sbagliato avere la giusta paura," analizza invece Tony Parker. "Nel 2012 hanno giocato alla grande contro di noi, e sappiamo di dover essere perfetti. Sono più giovani e atletici di noi, ed è per questo che noi dobbiamo essere perfetti."