In questa serie è successo di tutto, partendo dal campo di basket, passando per gli uffici della NBA con il caso Sterling e finendo (probabilmente) in tribuna, ove il proprietario (che acquistò la franchigia nel 1981 e ora espulso a vita dalla Lega per il caso legato al razzismo) tenterà di tenersi la sua franchigia. Tutto questo tram-tram non aiuta però i suoi giocatori, che sono stati sconvolti dalle sue dichiarazioni e che ora rischiano di vedersi sfuggire via una serie agguerrita e combattuta. Sì perché questa notte gli uomini di Doc Rivers avevano il match-point, ma l'Oracle Arena ha giocato un fattore importante nella partita e si è arrivati a gara7. 

Questa serie si è distinta soprattutto per l'equilibrio, e gara6 non è da meno. Anche questo match è stato deciso negli ultimi istanti di partita, senza un attimo di tregua. I Clippers arrivano all'intervallo avanti di 3 lunghezze, 51-48. Golden State ha perso, oltre a Bogut, anche Jermaine O'Neal, per un fallo di Glen Davis che ha mandato in ipertensione il ginocchio del Big Man gialloblu che è stato costretto ad uscire e non sa se ci sarà nell'ultima partita: "Farò tutto ciò in mio potere per esserci, non voglio mancare". Jackson allora decide di schierare come centro Draymond Green, fattore positivo per i suoi in questa serie, visti anche i problemi di falli di David Lee, che nel quarto periodo dovrà uscire proprio per questa ragione. Nella partita della notte si sono contati 52 falli, di cui 31 solo nella prima frazione. La tensione è altissima e i giocatori la sentono tutta. Il terzo quarto sembra poter sancire una vittoria dei Warriors, che concludono avanti 70-67, per poi fuggire nel quarto periodo grazie ad Igoudala, che segna una tripla con fallo (il sesto) di Griffin e dà il là ai suoi sul 96-89. L'illusione però dura poco perché i Clippers, nonostante anche JJ Reddick sia uscito per falli, si rifanno sotto con una tripla di Jamal Crawford e un layup di Matt Barnes. Manca un minuto alla fine della gara, e le due squadre tentano di chiuderla, però entrambe sbagliano molto e la palla torna nelle mani dei Clippers che con una manciata di secondi sul cronometro tentano di agguantare almeno il pari-punteggio, ma sono 3 le conclusioni sbagliate dagli uomini di Rivers e solo Barnes, con 1.1 secondi sul cronometro, riesce a mettere dentro la tripla del 100-99. Chris Paul (molto limitato questa sera da un problema al tendine del ginocchio) commette fallo su Curry che fa 0/2 dalla lunetta ma il rimbalzo lo cattura Green e la partita finisce. 

Le percentuali al tiro sono bassissime: I Clippers hanno fatto canestro con il 36% dal campo mentre i Warriors con il 39,4%. I lunghi di Golden State sono stati ottimi a limitare l'impatto di Blake Griffin (17 punti e 9 rimbalzi) e DeAndre Jordan (9 punti, 19 rimbalzi) sulla gara, estraniandoli per alcuni tratti dal gioco. Così i Warriors arrivano a gara7 nonostante l'assenza di Bogut, determinante ingranaggio difensivo nei meccanismi di coach Jackson. 

"Sono molto orgoglioso dei miei ragazzi, arriviamo a questa gara7 sebbene molti ci abbiano dato per spacciati all'inizio della serie. Questo gruppo è disposto a tutto pur di vincere", le parole di Mark Jackson alla fine della partita, a cui seguono a ruota quelle di Curry: "Siamo elettrizzati, molti in spogliatoio non hanno mai giocato una gara7 nella loro carriera e sarà bello farlo tutti insieme". Doc Rivers invece elogia gli avversari dicendo che "va dato loro merito per ciò che hanno fatto", ma è convinto che i suoi possano passare il turno: "Possiamo giocarcela con tutti, ce la faremo". E così anche Jamal Crawford, probabile prossimo Sesto Uomo dell'anno: "Dispiace non averla chiusa, ma nell'ultima partita giocheremo in casa nostra e arriveremo pronti".