Il mese da Dio di Kevin Durant non accenna a finire. Il fenomeno di Oklahoma sta mostrando un’onnipotenza cestistica Jordaniana, e anche nella nottata di oggi ha dato prova di tutta la sua classe. Grazie alla sua prestazione e a un fantastico Reggie Jackson, i Thunder regolano anche i sempre pericolosi Spurs, a cui non basta il season high di Tony Parker. Nelle altre partite da sottolineare la larga vittoria dei Suns su Indiana, grazie a una prestazione balistica irreale dei ragazzi di Hornacek, e i successi di Raptors e Celtics (rispettivamente contro Dallas e Washington)
San Antonio Spurs – Oklahoma City Thunder 105-111
Qualcuno probabilmente si aspettava un calo di Kevin Durant, dopo il mese da 37 e passa di media. Gli Spurs sono un avversario duro, difendono forte quando vogliono, ma in questo periodo KD è come un veleno per cui non esiste rimedio. Certo, oltre ai 36 punti, conditi da 7 rimbalzi e 5 assist ci sono anche 11 palle perse, ma nei momenti che contano, quando c’è da segnare un canestro importante, la palla nelle sue mani sembra pesare la metà. Oltre a lui fondamentali i 27 punti (con 9/14 da 2 e 3/3 dalla lunga distanza) di Reggie Jackson, che grazie all’assenza di Westbrook migliora ogni giorno di più e nel quarto periodo scava il solco decisivo a favore dei suoi. Agli Spurs, che comunque si sono mantenuti in partita fino alla fine, non basta un grande Tony Parker da 37 punti. A pesare sulla loro sconfitta c’è anche l’infortunio di Kawhi Leonard, che nel corso di un azione di gioco nel secondo quarto si è fratturato un dito della mano sinistra. Buona la prestazione di Belinelli, ma i suoi 13 punti non servono a raddrizzare le sorti della partita
New York Knicks – Philadelphia 76ers 106-110
Nella grande mela le temperature sono polari, e i tifosi dei Knicks che si sono recati al Madison Square Garden per farsi scaldare un po’ dalla squadra di casa. Pretesa vana, visti i risultati di questo periodo, e la partita con Philadelphia ha confermato il momento negativo della squadra. Eppure nel terzo quarto Anthony e compagni sembravano aver ripreso in mano le sorti del match, ma proprio nel momento decisivo non sono riusciti a tenere, e un parziale di 12 a 2 subìto grazie ai canestri decisivi di Carter-Williams e Young ha portato l’inerzia a favore dei 76ers. Sin dall’inizio la squadra ospite, guidata da un ottimo Evan Turner (doppia doppia da 34 punti e 11 rimbalzi), ha iniziato a prendere in mano la partita. L’unico a dare una scossa offensiva ai Knicks è stato il nostro Andrea Bargnani, che a cavallo dei primi due quarti ha mostrato tutto il talento offensivo che gli appartiene segnando 13 punti (a fine serata saranno 20) e dando una mano anche in difesa. Melo però non è in partita (26 punti, ma percentuali basse), e il dominio sotto i tabelloni degli avversari (54 a 39 il confronto a rimbalzo) si fa sentire. Con un bel terzo periodo però New York torna a farsi vedere negli specchietti, e a inizio quarto periodo addirittura sorpassa gli avversari. Con Bargnani inspiegabilmente in panchina Phila ricomincia a macinare canestri, e il duo Young-Turner alla fine chiude i conti.
Phoenix Suns - Indiana Pacers 124-100
Nemmeno i caldissimi Pacers di questo periodo hanno potuto contrastare l’esuberanza tecnica dei Phoenix Suns di stanotte. Nonostante l’assenza di un giocatore fondamentale come Eric Bledsoe, che starà fuori ancora per parecchio tempo, i ragazzi di Hornacek continuano a mostrare il loro gioco veloce e offensivo. Grazie a uno spumeggiante Goran Dragic da 21 punti e all’ottima prestazione di tutta la squadra (6 uomini oltre la doppia cifra, con Markieff Morris e Gerald Green a scollinare oltre quota 20) la partita è durata solo un quarto. Il secondo parziale, chiuso sul 32 a 20 per i padroni di casa, ha messo già una seria ipoteca sul risultato, e il secondo tempo è stato solo un prolungamento di agonia per Indiana. Plumlee e Green, da buoni ex col dente avvelenato, hanno dato prova di grande continuità, e la schiacciata in faccia a Hibbert nel secondo quarto di “Geraldo” entra di diritto negli highlights della notte. Indiana, con il solo George sui suoi livelli, non ha potuto nulla contro gli scatenati avversari.
Houston Rockets-Sacramento Kings 119-98
Anche quella dei Rockets sui Kings è stata una vittoria molto più netta di quanto il risultato lascia intendere. C’è da dire che la squadra di McHale è stata anche favorita dall’uscita per infortunio dei due maggiori talenti avversari: Gay ha accusato un problema al tendine d’achille, Cousins una forte distorsione alla caviglia. Senza di loro la partita è stata un assolo dei Rockets, che con un Harden da 24 punti e 9 assist e un Dwight Howard dominatore in solitario del pitturato (26 punti e 13 rimbalzi alla fine) non hanno mai rischiato di subire una rimonta. Lo strappo decisivo è arrivato con un parziale di 10 a 0 nel terzo periodo, che ha portato a 19 i punti di vantaggio dei “razzi”. Unica nota positiva per Sacramento la doppia doppia di Derrick Williams.
Los Angeles Clippers-Charlotte Bobcats 91-95
Partita sul filo del rasoio quella tra Clippers e Bobcats, decisa solo negli ultimi secondi di gioco. Le assenze di Chris Paul da un lato e di Kemba Walker dall’altro sono importanti, e senza i loro play sono i lunghi a dettar legge. Griffin e Jefferson (27 punti, 7 rimbalzi e 5 assist il primo, 24 e 10 rimbalzi il secondo) sono le assicurazioni nelle quali si rifugiano entrambe le squadre nei momenti di difficoltà, ma a far pendere la bilancia a favore di Charlotte sono le prestazioni di due elementi che non ti aspetti, Anthony Tolliver e Jannero Pargo. Il loro contributo uscendo dalla panchina è fondamentale per decidere le sorti di una partita così equilibrata. Nell’ultimo periodo, con i Bobcats sul +2, succede di tutto: Jamal Crawford pareggia con l’arresto e tiro, Sessions sbaglia il floater che finisce tra le mani del compagno Gerald Henderson, che schiaccia per il 91 a 89. Il possesso successivo è ancora nelle mani di Crawford, che però stavolta non trova l’appoggio, e nella mischia il pallone finisce tra le mani di Josh McRoberts, che mette a segno i liberi della sicurezza.
Washington Wizards-Boston Celtics 111-113 dts
Partita ricca di emozioni quella in scena nella capitale. Boston a fine primo tempo veleggia sul +18, grazie a un grande Jeff Green da 19 punti. Nel terzo quarto però i Celtics non trovano più il canestro e si espongono ai micidiali contropiedi di Wall (alla seconda tripla doppia in carriera) e Beal, fino a subire un incredibile sorpasso con il gioco da 4 punti di Martell Webster. Ma Green non ci sta, e sul -3 dei suoi (99 a 96) si inventa una tripla da 8 metri su un solo piede, che porta i suoi alla parità. Dopo questa incredibile giocata dell’ala non si segna più, e si arriva al supplementare. Sono ancora Green (39 punti alla fine) e Webster a punire da fuori, ma una tripla fondamentale è quella del rookie Paul Pressey (20 punti alla fine), che approfitta dell’assenza di Rondo e Bradley per dimostrare tutte le sue qualità. I Wizards hanno ancora la forza di ribattere, e addirittura potrebbero superare gli avversari, ma Gortat sbaglia uno dei 2 liberi a disposizione e lascia il punteggio sul 111 pari. Quando tutti si aspetterebbero un possesso nelle mani caldi di Jeff Green, ecco spuntare Gerald Wallace: dopo una prestazione generosa l’ala ex Bobcats si prende l’ultimo possesso e va a chiudere con un appoggio di potenza.
Toronto Raptors-Dallas Mavericks 93-85
Grazie a una fantastica prestazione di DeMar DeRozan, che mette a segno 40 punti, i Toronto Raptors si mettono alle spalle le due sconfitte consecutive e battono i Dallas Mavericks, privi però della loro stella Dirk Nowitzki. Nonostante ciò la partenza è tutta a favore dei texani, che guidati da Jose Calderon (altro ex dal dente avvelenato di questa notte) si portano sul 34 a 15, e dei 15 dei Raptors 12 sono del solo DeRozan. Lowry è inesistente, e Casey butta dentro il venezuelano Greivis Vasquez: scelta azzeccata, visti i successivi sviluppi. È proprio lui infatti, con 11 punti, a favorire la rimonta della squadra canadese, che chiude il primo tempo sul -5. Il terzo periodo è un duello tra gli indemoniati Ellis e DeRozan, che segnano in tutti i modi, ma è solo nel quarto parziale che si decide tutto. Valanciunas segna il tap-in del vantaggio Raptors (82 a 81), ma un gioco da 3 punti del solito DeRozan e una tripla di Amir Johnson chiudono i conti.
Nelle altre sfide della notte, terzo successo consecutivo dei Chicago Bulls, che pur privi di Hinrich e Boozer, trovano in un sempre più sorprendente DJ Augustin e in Taj Gibson i mattatori della gara contro i Cleveland Cavaliers (87-98), ai quali non basta un Irving da 26 punti.
Gli Orlando Magic escono sconfitti dalla gara casalinga contro gli Atlanta Hawks. Dopo essere stati anche sotto di 19 nel terzo quarto, i Magic sono stati capaci di rimontare grazie alle prove maiuscole di Oladipo (24 punti, 7 rimbalzi e 7 assist) e Jameer Nelson, ma ancora una volta Pero Antic risulta decisivo nei finali di Atlanta: sono suoi i 4 liberi che chiudono la partita. Da sottolineare anche le prestazioni dei soliti Teague e Millsap (23 e 24 punti).