Quattro partite nella notte NBA. I Knicks tornano alla sconfitta sperando che il passo falso contro i Bobcats sia stato solo un incidente di percorso, percorso che nelle precedenti cinque partite li aveva sempre visti vincere e convincere. Vincono invece i Pacers nella sfida casalinga contro i Kings. La squadra di Frank Vogel, che grazie alla vittoria dei suoi allenerà il team dell'Est al prossimo All-Star Game, raggiunge quota 30 vittorie in campionato riuscendo a tenere Sacramento sotto i cento punti. La sorpresa della notte è la vittoria sul filo di lana dei Grizzlies contro gli Oklahoma City Thunder. Memphis ha potuto riabbracciare Marc Gasol, tornato in quintetto dopo otto settimane nelle quali l'asso spagnolo ha dovuto recuperare da un infortunio al ginocchio. Ma se da una parte un Gasol sorride, dall'altra, il fratello di Marc, Pau Gasol, ha davvero poco da sorridere nonostante la sua ottima partita da 20 punti. Infatti i Lakers hanno perso ancora, stavolta allo Staples Center, contro i Cavs. E' l'undicesima sconfitta per la squadra gialloviola nelle ultime dodici uscite.
INDIANA PACERS-SACRAMENTO KINGS 116-92
19 vittorie e una sola sconfitta. Di cosa parliamo? Del regno dei Pacers, la Bankers Life Fieldhouse, ai posteri la Conseco Fieldhouse, la casa che dal 1987 al 2005 fu di Reggie "Killer" Miller. "E' tutta un'altra storia quando vengono a giocare qui, chiunque essi siano, noi facciamo di tutto per fargli capire che qui è difficile giocare". Messaggi d'amore NBA dichiarati da Paul George a fine gara, come se non fossero bastati i 31 punti, 24 dei quali segnati dopo il primo tempo, affondati nel canestro avversario. I Pacers usano un parziale di 16-2 con 8.36 da giocare nell'ultimo quarto per prendere il largo e relegare i Kings alla sconfitta. Sacramento si arrende nonostante i 31 punti e 13 rimbalzi di un mostruoso e sempre migliore DeMarcus Cousins e non riesce a scollinare oltre i cento punti solo per la seconda volta nelle ultime venti partite disputate.
CHARLOTTE BOBCATS-NEW YORK KNICKS 108-98
"Non posso vedere il paradiso, ma credo all'inferno: vivo a New York, quindi lo conosco bene". Firmato John Brunner, leggendario autore di fantascienza britannico. Oppure, "A New York si ha l'impressione che le cose avvengano più velocemente che altrove" di Lawrence Block, scrittore statunitense contemporaneo di letteratura gialla. Bastano per riassumere la stagione dei Knicks, ieri corsari contro i Suns, nella notte agnelli contro i Bobcats. Tornava Tyson Chandler dopo aver smaltito una bronchite che lo aveva lasciato a casa per quattro partite. Partiva dalla panchina J.R. Smith che lì è rimasto però per la seconda volta in quattro match. C'era Carmelo Anthony, autore di 20 punti al suono della sirena finale. Ma il "Player of the Week" non è bastato ai Knicks per evitare che i Bobcats guidati da uno stratosferico Al Jefferson, a fine gara saranno 35 i suoi punti, gli rovinassero la festa delle cinque vittorie consecutive condannandoli alla 23esima sconfitta stagionale. Niente sesta vittoria in fila dunque per gli uomini guidati da coach Woodson che dopo essere stati sotto per tutto il secondo e terzo quarto riescono ad undici minuti dalla fine a ricucire lo svantaggio fino al -4 ma non vedranno mai la loro rimonta completarsi. Kemba Walker infatti segna 12 dei suoi 25 punti nel quarto quarto in cui mette a segno anche due triple consecutive e manda definitivamente al tappeto i Knicks sul parquet della Time Warner Cable Arena.
MEMPHIS GRIZZLIES-OKLAHOMA CITY THUNDER 90-87
Tell me do you miss me. Dimmi, ti manco? E' un film del 2006 del pressoché sconosciuto al grande pubblico Matthew Buzzell. La trama non combacia con la storia della partita ma il titolo si. E' forse quello che Russell Westbrook vorrebbe chiedere al compagno di squadra Kevin Durant dopo le poco nostalgiche dichiarazioni dello stesso rilasciate qualche settimana fa alla notizia dell'infortunio di Westbrook nelle quali Durant aveva tenuto a precisare che la squadra sarebbe andata avanti. No matter what, quindi. Ma c'è un però, con la sconfitta subita al FedExForum di Memphis salgono a tre gli stop nelle ultime quattro gare. Campanello d'allarme? Nel vedere il box-score si direbbe di si. Durant ha segnato la bellezza straripante di 37 punti tirando 15 su 28 dal campo, dietro di lui 19 palle perse e il vuoto: Reggie Jackson con 17 punti e Serge Ibaka con 11 e 4 stoppate. Westbrook manca tanto ai Thunder che senza di lui in quintetto sono un po' come uno Zeus senza le saette. OKC prova a far male ma la scintilla non arriva e i Grizzlies sfruttano il momento no della squadra di Oklahoma e con Courney Lee, 22 punti, tra cui i due dai liberi che chiudono la partita, Zach Randolph, 23 e 13 rimbalzi, Mike Conley, 19, e Marc Gasol, 12, ottengono la terza vittoria consecutiva.
CLEVELAND CAVALIERS-LOS ANGELES LAKERS 120-118
Federico Buffa, icona-maestro della penna del basket nostrano e massimo conoscitore italiano di basket d'oltreoceano, nel 2005 scolpiva questa chicca nelle memorie degli appassionati di NBA che stavano guardando NBA Action: "Le gioie della vita: Michelle Pfeiffer, il cioccolato... e Kobe Bryant in campo aperto". Tralasciando completamente e a malincuore l'attrice americana e il cioccolato, c'è da dire che senza il "Black Mamba" i Lakers se la passano davvero malissimo. Lo Staples Center senza di lui sembra davvero, passateci il termine, un "campo chiuso". Non che con lui, quando è tornato brevemente a giocare dopo l'infortunio che l'aveva tenuto fuori per più di otto mesi prima di rinfortunarsi ancora, le cose fossero andate così meglio, ma va sottolineato che in una partita come quella di questa notte persa di soli due punti, il suo apporto sarebbe servito ed è una "gioia", Bryant, che sta costando cara a Mike D'Antoni e ai Lakers non vedere sul parquet. Contro i Cleveland Cavaliers i gialloviola riescono a segnare ben 40 punti nel secondo quarto ma, ironia della sorte, nel terzo fanno registrare le peggiori percentuali della stagione venendo surclassati 31-22. Loul Deng autore di 27 punti e Dion Waiters di 17, nel quarto quarto dopo una breve parentesi al comando dei Lakers rimettono la testa avanti piazzando un parziale di 12-0 dal quale la squadra losangelina non riuscirà a riprendersi. Inutili le grandi prove di Gasol, 20 punti e 12 rimbalzi, Jodie Meeks, al suo massimo stagionale con 26 e di Nick Young che mette a referto 28 punti ma sbaglia le due triple sul finale che sarebbero potute valere prima il pareggio e poi la vittoria. Per i Lakers che giocheranno per i prossimi 22 giorni lontani dallo Staples Center a causa dei Grammy si prospettano tre settimane da incubo.
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