Il 21 Novembre è stato il compleanno di Earl Monroe. Monroe è stato uno dei più pazzeschi cestisti della storia del gioco. Tutti se lo ricordano ai New York Knicks, quando ha aiutato la squadra a vincere il suo secondo titolo. Eppure in quel di NY Earl sembrava incatenato, impossibilitato a esprimere tutto il suo gioco. In quel di Winston-Salem se lo ricordano in altro modo: con il suo basket esplosivo, con i suoi cambi di gioco e le sue accelerazioni, ne segnava 42 a partita. 42 a partita, per un anno intero. Un giocatore pazzesco. Viene scelto alla numero 2 dai Baltmore Bullets (oggi Washington Wizards) e diventa matricola dell'anno. Stagione dopo stagione riesce a portare i Bullets ai Playoffs, ma quando raggiunge le finali NBA contro i Milwaukee Bucks (di un certo Lew Alcidore, oggi meglio conosciuto come Kareem Abdul-Jabbar e Oscar Robertson (unico giocatore di sempre a concludere una stagione, 1962, in tripla doppia per punti assist e rimbalzi) viene spazzato via da una squadra troppo forte. "The Pearl", questo il suo primo soprannome, viene poi scambiato ai Knicks, dove deve fare un passo indietro per rispettare il gioco di coach Red Holzman. Meno luci della ribalta, ma finalmente il titolo.
Una carriera pazzesca, folgorata da lampi di genio assoluto e da una spregiudicatezza offensiva che ha fatto sognare l'NBA. La sua descrizione più affascinante è stata scritta da un giornalista della grande Mela ed è affissa nella memoria di chi reputa questo giocatore uno dei più strabilianti di sempre: "Questo Earl Monroe gioca con delle variazioni di tempo che potrebbe capire solo Thelonious Monk".
Oggi il tributo è a lui, e così inizia il quarto appuntamento con NBA SOCIAL TRIBUNE, iniziando chi già non lo conoscesse a questo stupendo giocatore.
Rimaniamo nel mondo NCAA per spostarci a Belmont, dove in settimana si è giocata la partita tra i padroni di casa e North Carolina. Durante l'esecuzione di un tiro libero di McAdoo, un tifoso si è messo a cantare per distrarre il giocatore in lunetta. Il risultato? Lo trovate nel video qui sotto.
Torniamo ora nel mondo NBA, dove stiamo assistendo a una crisi senza fine di New York, che partita dopo partita affonda come il peggiore dei derelitti. La squadra è in confusione, Woodson promette di uscire presto dal guado ma la verità è che nulla gira per il verso giusto ai Knicks. L'immagine del momento della squadra è racchiuso in Amar'e Stoudemire, un giocatore che ha del potenziale infinito, ma da qualche anno a questa parte non riesce più a esprimersi al meglio. Guardate un frammento della sua difesa contro i Pistons...
In quel di Oklahoma City, con il ritorno di Westbrook e il solito dominio di Durant, si è tornati a sorridere. Dopo l'ultima partita un tifoso in particolare è ancora più euforico degli altri. Come mai? Bé provate voi a recarvi come sempre al palazzetto della squadra, guardare la partita, essere selezionati per il classico gioco del tiro da metà campo, vincere ventimila dollari e salutare Jay Z e Beyoncè. Diciamo che abbiamo tutti passato serate peggiori...
Immancabile come ogni anno è poi lo spot natalizio della NBA, che per l'occasione ha deciso di lanciare delle (rivedibili) maglie a mezze maniche che debutteranno il giorno di Natale. Lo spot è come sempre una trovata eccezionale, ma certo è che dopo le maglie con i soprannomi (che per ora indosseranno solo gli Heat in tre partite questa stagione) pure queste orrende jersey a tinta unita e mezzemaniche...