Ci siamo. Il grande romanzo dell'Nba è pronto a regalare nuove emozioni e tanti colpi di scena. Martedì notte (per l'orario italiano) si inizia già con due sfide di alto livello come Miami-Chicago e il derby tra Lakers e Clippers, oltre a Indiana-Orlando.

Diverse squadre si sono rinforzate, altre hanno mantenuto il roster dello scorso anno nella speranza di un salto di qualità ulteriore degli elementi migliori e dell'esplosione definitiva di qualche giovane talento, tutte però hanno un unico obiettivo: tentare la caccia all'anello detenuto dai Miami Heat e dal "villain" per eccellenza, Lebron James, il giocatore più forte e più odiato (sportivamente parlando). Nella prima categoria rientrano di sicuro Brooklyn Nets, New York Knicks, Los Angeles Clippers e Houston Rockets.

Le due squadre della grande mela provengono da stagioni che le hanno viste approdare ai playoff ad est (i Nets sono stati eliminati da Chicago al primo turno, I Knicks da Indiana in semifinale di conference) e quest'anno, grazie ai copiosi investimenti effettuati dai loro proprietari, proveranno a migliorare quanto già fatto. Prokhorov, grazie anche al maxi scambio effettuato con i Boston Celtics, ha portato in squadra l'esperienza di campioni con Kevin Garnett e Paul Pierce e l'affidabilità dall'arco dei tre punti di un veterano come Jason Terry (37.9% da tre in carriera), oltre alle abilità difensive di Andrei Kirikenko.

Con loro tre e i già presenti Deron Williams, Joe Johnson e Brook Lopez il magnate russo spera di portare a casa il tanto agognato titolo, ma molto dipenderà dalla capacità di Jason Kidd (al suo primo anno da allenatore) di tenere in mano le redini dello spogliatoio e di trovare le giuste rotazioni, perchè l'età media è alta e le cartucce da sparare non sono molte. Importante sarà anche il miglioramento nelle partite contro le squadre da playoff, perchè i Nets contro le avversarie dirette perdono una buona parte della loro efficienza offensiva (che passa da 105 punti realizzati ogni 100 possessi a 100.8) e diventano meno efficaci in difesa (passando da 103.6 a 107.1 punti subiti ogni cento possessi).

I Knicks invece hanno aggiunto alla loro già sterminata rosa giocatori come Bargnani e Metta World Peace. Potendo già contare su talenti offensivi come Carmelo Anthony (miglior realizzatore della regular season con 28.9 punti di media) e JR Smith, anche per loro la questione fondamentale sarà la difesa. Individualmente i vari Chandler, Shumpert, Martin e lo stesso Metta sono difensori più che validi, ma bisognerà cercare di limitare le triple avversarie, vero problema dello scorso anno. Da verificare anche se i nuovi innesti saranno in grado di sostuire e migliorare il rendimento dei partenti Novak e Copeland, giocatori in gradi di allargare il campo con la loro precisione da fuori (e con i quali New York è stata tra le migliori per percentuali da 3, col 37.6%), e se Stoudemire può essere ancora un elemento importante per la rotazione.

Clippers e Rockets sono forse le due squadre più intriganti. La franchigia di Donald Sterling, dopo gli anni nel sottobosco Nba, nelle ultime due stagioni è arrivata ai playoff , ma la sensazione è che mancasse sempre qualcosa per arrivare fino in fondo. Quest'anno però i Clips sembrano davvero una possibile contender, perchè sono riusciti ad inserire giocatori che servivano per coprire le falle della squadra, prima delle quali la mancanza di esterni capaci di colpire da fuori con continuità.

Ora a ricevere gli assist di Chris Paul ci saranno Redick, Barnes, Dudley e Jamison. Il backcourt è stato completato con Darren Collison, con il quale Cp3 formerà quello che è probabilmente il miglior duo di playmaker di tutta la lega. I dubbi però permangono nel reparto lunghi, dove DeAndre Jordan e Blake Griffin non sembrano ancora aver fatto il salto di qualità definitivo (soprattutto ai playoff, dove le loro statistiche sono calate vistosamente rispetto alla regular season). Se però la coppia sotto le plance mostrerà i miglioramenti che ci si aspettano, ad Ovest molti potrebbero avere incubi con protagonisti Paul e i suoi compagni.

Houston è riuscita a raggiungere l'obiettivo Howard, e con il roster messo su negli anni precedenti dall'ormai famoso GM Daryl Morey sembra pronta a recitare un ruolo da protagonista. L'asse Harden-Howard potenzialmente è devastante, il barba ormai è tra le migliori guardie della Lega (secondo i voti dei vari Gm è addirittura il migliore in assoluto nel suo ruolo) e il centrone ex Lakers al suo fianco può finalmente tornare quello di Orlando. Da valutare la coesistenza tra lo stesso Howard e Asik sotto canestro (l'anno scorso tra i migliori rimbalzisti della lega, con rispettivamente 12.4 e 11.7 rimbalzi a partita), col progetto rischioso di portare uno dei due in ala grande. Con Parsons, Lin, Beverley e gli altri giovani talenti di sicuro in Texas non ci si annoierà.

Quanto alle squadre che hanno mantenuto il roster simile allo scorso anno, quelle che sembrano in prima fila sono Miami, Indiana e Chicago ad est e Oklahoma, Golden State, San Antonio e Memphis ad ovest. Gli Heat hanno perso Mike Miller, uomo sempre decisivo quando la palla scotta, ma hanno aggiunto il cavallo di ritorno Beasley, giocatore dal talento pari solo alla follia, e la scommessa Oden. Per il resto una squadra che è tra le prime cinque sia in attacco che in difesa e che tira meglio di tutte le altre dal campo non aveva bisogno di grandi stravolgimenti. In più c'è il signore con la maglia numero 23, con cui oggi sembra davvero impossibile fare i conti.

I Bulls ritrovano finalmente "Godot" Derrick Rose, che a differenza del personaggio dell'opera di Beckett finalmente è arrivato. Con lui le prospettive della squadra cambiano di parecchio e non sarebbe strano ritrovarli in testa alla conference ad aprile. Stesso discorso vale per i Pacers, che hanno perso però Danny Granger per tutta la stagione. La sua assenza non è una novità, ma avere un sesto uomo di lusso come lui avrebbe fatto davvero comodo ai ragazzi guidati da Franck Vogel. Paul George però è pronto a prendere per mano la squadra. Con l'aiuto dei soliti Hibbert e West e l'aggiunta di Luis Scola, ci saranno anche loro per i primi posti.

Ad Ovest Thunder e Spurs hanno mantenuto i loro pezzi da 90, ma dovranno sudare per tenere la testa della conference. Oklahoma recupererà presto Westbrook e nel frattempo sta puntando sulla crescita di Reggie Jackson e Jeremy Lamb, due giovani da tenere d'occhio. Ibaka è il terzo violino designato, si spera in un miglioramento nel suo tiro da fuori e nei punti segnati, ma nel pitturato è sempre una garanzia ( soprattutto in difesa, come dimostrano le 3 stoppate di media dello scorso anno). Il loro destino però è sempre nelle mani di Durant: se salirà l'ultimo gradino nei playoff, il loro limite è il cielo.

Gli Spurs si affidano la stessa base che li ha portati a pochi secondi dal titolo lo scorso giugno, con l'aggiunta di Marco Belinelli tra le guardie. Parker è tornato con lo scettro di campione d'Europa e sarà il leader designato, il loro destino è nelle mani di Duncan e Ginobili. Il caraibico e l'argentino avranno ancora qualcosa da dare? Intanto ci si gode la crescita di Leonard, destinato a fare grandi cose.

Warriors e Memphis, dopo aver mantenuto quasi invariata la loro base di partenza ( si aggiunge il solo Iguodala per Golden State) possono pensare di lottare per i primi posti della Western Conference. Curry deve confermare i numeri mostrati negli scorsi playoff, come Klay Thompson. Se Bogut e Lee tengono fisicamente e Iguodala si dimostrerà il solito giocatore universale, la squadra della baia ha buone possibilità di duellare per i primi posti. Per Memphis vale lo stesso. I Grizzlies si affidano all'esperienza di un gruppo ormai consolidato, che lo scorso anno è giunto fino alle finale di conference. L'aggiunta di Mike Miller in ala può essere una mossa buona, a patto che il fisico regga una stagione intera ad alto livello. Ci si aspetta molto da Mike Conley, perchè il reparto guardie è quello più debole ed ha urgente bisogno di giocatori che diano un'alternativa al gioco spalle a canestro della coppia Gasol-Randolph.

Un discorso a parte meritano i Los Angeles Lakers. Con Kobe ancora ai box per l'infortunio la squadra di D'Antoni si affiderà all'esperienza di Gasol e Nash. L'aggiunta di giovani interessanti come Wes Johnson e Xavier Henry e di buoni specialisti come Kaman però sembra davvero troppo poco per duellare ad alti livelli. C'è anche un talento come Nick Young, finora non esploso ai livelli che ci si aspettavano, ma le incognite sono così numerose che un pronostico sulla stagione gialloviola è davvero duro. Con un Bryant in piena forma e il ritorno di Gasol in posizione di centro però mai dire mai.