E' di Julian Alaphilippe il re del primo vero arrivo in salita del Tour de France 2018. Il corridore della Quickstep Floors lo aspettavamo al varco sul Mur de Bretagne, invece ha sorpreso tutti vincendo la prima tappa di montagna di questa Grand Boucle centrando la fuga giusta. Gran gamba e gran tenuta in salita per un corridore ancora tutto da scoprire e che seppur giovane ha già ottenuto risultati di grande rilievo a cui aggiunge un vittoria di estremo prestigio staccando tutti sul Romme.
Se l'Mvp va a Alaphilippe, una menzione speciale va data anche a Greg Van Avermaet. Il belga era l'annunciato sconfitto, destinato a perdere la maglia gialla sulle prime asperità transalpine che invece ha sorpreso tutti andando in fuga per difendere il simbolo del primato. Il campione olimpico, però, non solo ha deciso di giocare all'attacco ma ha anche dimostrati discrete doti da scalatore terminando al quarto posto una frazione davvero dura, soprattutto nella sua parte iniziale, dove oltre al Romme era presente anche il Plateau des Glieres, ascese ostiche anche per chi deve lottare per la vittoria finale.
Parlando di big, per questa tappa non si può che parlare di delusione. Erano tutti attesi ad uno squillo per mettere in difficoltà Froome, o quantomeno per provarci, e invece nessuno si è mosso. La palma dei peggiori va certamente al terzetto della Movistar che ha corso l'intera tappa in difesa riducendo tutto all'ultima ascesa, quella de Le Grand Bornard, vanificando le potenzialità di una tappa molto dura e favorendo quindi il Team Sky e Tom Dumoulin. Stessa sorte degli spagnoli anche per Bardet e l'Ag2r, complice forse anche una gamba non ottimale del capitano, mentre prova a fare qualcosa di più la Bahrain Merida. La squadra di Nibali manda in avanscoperta Ion Izagirre con l'idea di offrire un punto d'appoggio allo Squalo, ma le dinamiche di gare rendono impossibile un attacco. Lo spagnolo termina comunque in seconda posizione offrendo garanzie e risposte all'italiano.