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Froome's Legacy

Il keniano bianco entra nella storia del ciclismo dalla porta principale. Sulle orme di Merckx ed Hinault, ora tenterà l'impresa al Tour de France.

Froome's Legacy
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Di Andrea Mauri

Tour de France, Vuelta a España, Giro d'Italia. Questa la sequenza che proietta Chris Froome nella leggenda del ciclismo. Il successo al Giro d'Italia 2018 regala all'alfiere del Team Sky il contemporaneo possesso delle tre maglie dei grandi giri: gialla, rossa e rosa. Il keniano bianco è attualmente il detentore di tutte e tre le corse a tappe, come solo Merckx ed Hinault sono riusciti a fare negli anni Settanta (il Cannibale) ed Ottanta (il Tasso).

Una dinastia, quella di Froome, aperta lo scorso anno con la vittoria più sofferta della sua carriera in terra di Francia e chiusa con quella che lui stesso ha definito "la più grande sfida della sua carriera". Sì, perché nelle parole del keniano bianco rilasciate ieri sera dopo il traguardo di Roma si scopre molto del suo carattere, oltre che del perché non aveva mai affrontato il Giro d'Italia"È un sogno essere qua con la maglia rosa, per un ciclista non esiste qualcosa di più grande. Mi è dispiaciuto non esserci potuto essere nel passato: questa è una corsa molto esigente, diversa per questo da tutte le altre, per questo essere oggi in questa posizione, averlo vinto... non posso crederci". Il Giro è diverso dalle altre due corse a tappe, richiede più concentrazione, più attenzione e più dispendio di energie per essere vinto. Ne sono la prova le due cadute nelle prime nove tappe del britannico, la vittoria sullo Zoncolan, poi pagata a caro prezzo a Sappada, e l'impresa da leggenda sul Colle delle Finestre. 

Già, perché oltre ad aver raggiunto due mostri sacri del ciclismo nell'Olimpo ed essersi unito alle altre sei leggende che hanno conquistato la tripla corona, Froome ha deciso di fare tutto questo distruggendo la corsa con un'impresa d'altri tempi. L'attacco in solitaria lanciato sullo sterrato del Colle delle Finestre ad ottanta chilometri dall'arrivo riporta alla memoria le imprese di un ciclismo lontano negli anni, quello definito appunto eroico, dove si arriva alla spicciolata e staccato di minuti su minuti. La vittoria di Bardonecchia è la ciliegina sulla torta di una carriera maestosa che lascerà un'eredità pesantissima a chiunque proverà a raccoglierla nei prossimi anni. La Froome's Legacy sarà, forse, anche più pesante di quella di Contador, ma non è ancora finita. Chris, infatti, sarà al via anche del prossimo Tour de France e se dovesse vincerlo...beh, si potrà chiudere tutto.