Cambia l'altimetria, ma non il terreno di caccia. La carovana del Giro d'Italia si sposta dal Mostro della Carnia per arrivare a Sappada, terreno storico di imboscate e tradimenti. Passata alla storia per la frazione del 1987, unico arrivo sinora nella cittadina friulana, quando Stephen Roche tradì ed attaccò il proprio capitano Roberto Visentini sfilandogli la maglia rosa ed il Giro d'Italia, Sappada si preannuncia terreno insidioso anche quest'oggi.
Tappa molto mossa, lunga 176 chilometri con partenza da Tolmezzo, la frazione presenta quattro gran premi della montagna: tre di seconda categoria ed uno, il primo, di terza. La strada però inizia a salire sin dal primo chilometro con un falso piano che conduce ad Ampezzo dove ci sarà la prima salita di giornata, non classificata come Gpm, quella che conduce a Forni di Sotto. La prima asperità categorizzata è quella del Passo della Mauria, dieci chilometri con pendenze non impossibili, che conduce al lunghissimo falsopiano con termine a Cortina d'Ampezzo. Dalla rinomata località montana partirà l'ascesa al Passo Tre Croci: otto chilometri di lunghezza con il 7% di pendenza media. Spazio per rifiatare fino a Danta, poi giù in picchiata fino ad Auronzo di Cadore, dove inizierà il Passo di Sant'Antonio. Qui, sulla salita breve ma con pendenze in doppia cifra, qualcuno potrebbe anticipare l'attacco, del resto di terreno in pianura non ce ne sarà più. Finito il Sant'Antonio, salita inedita per il Giro d'Italia, comincia il Costalissio, ultima ascesa categorizzata della giornata prima dello strappo che conduce a Sappada.
Una squadra ben organizzata può sfruttare gli ultimi trentotto chilometri per provare un attacco da lontano, ma occorrerà far tappa dura sin da subito per provare ad isolare la maglia rosa, altrimenti il rischio di rimbalzare sarà abbastanza alto. Molte possibilità anche per la fuga in una frazione così difficile da controllare e che, soprattutto, arriva dopo le fatiche dello Zoncolan.