La vittoria sul Gran Sasso ha concluso un primo terzo di Giro d'Italia perfetto per Simon Yates. Il corridore britannico, in forza al Team Mitchelton-Scott, si è prima difeso nel cronoprologo di Gerusalemme, ha poi impressionato sull'Etna, per controllare infine sia a Montevergine che a Campo Imperatore, dove comunque ha lasciato il suo sigillo con uno sprint vincente.
Dopo tre arrivi in salita, di cui due selettivi, il vantaggio di Yates su Tom Dumoulin è comunque risicato. Trentotto secondi di margine sulla Farfalla di Maastricht, abilissimo a gestirsi su terreni non adatti e alle sue caratteristiche, e a perdere davvero poco sulle pendenze siciliane e abruzzesi. Classifica generale alla mano, sembra proprio l'olandese della Team Sunweb il principale avversario di Simon Yates, nonostante il prossimo week-end presenti ancora tanta montagna, con salite ostili, come quella del Monte Zoncolan e del tappone dolomitico di Sappada. Ecco perchè il motivo dominante della seconda settimana del Giro d'Italia riguarderà la capacità della maglia rosa di mettere altri secondi, possibilmente minuti, tra sè e Dumoulin, in vista della cronometro di Rovereto, 34 chilometri in programma martedì 22 maggio. In quell'occasione il trionfatore del Giro del Centenario potrebbe recuperare lo svantaggio e operare il ribaltone, un po' come accaduto a Montefalco dodici mesi fa. Vero, sarà una cronometro verso fine corsa, ma la differenza nelle prove contro il tempo è netta, tutta a favore di Dumoulin, che su Yates potrebbe recuperare anche tre minuti, per poi eventualmente gestire nel gran finale sulle Alpi piemontesi. Scenari forse prematuri, ma da tenere in considerazione soprattutto dalla squadra della maglia rosa, che ha in Esteban Chaves un altro corridore di alta classifica. Il redivivo colombiano è attualmente secondo a trentadue secondi dal compagno di squadra, ma la sua tenuta sulle tre settimane, dopo un anno di stop ad alti livelli è tutta da verificare. Così come è da verificare quella dello stesso Yates, mai giunto sul podio di una grande corsa a tappe. Lo Zoncolan e le Dolomiti diranno di più delle possibilità del duo della Mitchelton-Scott di prendersi il Giro, posto che ci sono anche tanti altri avversari ancora in lizza per la vittoria.
Il primo della lista è il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), continuo in questa prima parte di corsa, ma a cui al momento sembra mancare il guizzo giusto, il colpo di pedale che ti fa staccare gli avversari quando le pendenze diventano in doppia cifra. Discorso parzialmente diverso per Domenico Pozzovivo, il lucano della Bahrain-Merida, che lo stesso Simon Yates ha indicato come avversario più pericoloso in salita. Spesso troppo attendista, Pozzovivo dovrà mollare ogni titubanza nella seconda settimana, per poter coltivare legittime aspirazioni di podio. Il resto dei contendenti della vigilia comprende anche Chris Froome e Fabio Aru, ma sia il britannico del Team Sky che il sardo del Team UAE Emirates sono attualmente lontani dalla miglior condizione. Froome ha iniziato malissimo, con caduta nella ricognizione del cronoprologo e conseguente defaillance, per poi proseguire senza autorevolezza, sia a Montevergine che sul Gran Sasso, dove ha accusato oltre un minuto di distacco. Come Aru, che in tutta la stagione non ha mai dato cenni di grande vitalità. Il Cavaliere dei Quattro Mori continua a ripetere che il suo stato di forma è in crescendo, ma rischia di ritrovarsi tirato a lucido a Giro quasi terminato. Rimangono sullo sfondo i vari George Bennett (Lotto-Jumbo), Rohan Dennis (BMC) e Michael Woods (EF-Drapac), a caccia di un piazzamento nella top ten, mentre è già positivo il Giro dell'ecuadoregno Richard Carapaz (Movistar), maglia bianca di miglior giovane, vincitore nell'avellinese e quinto in classifica a 1'20" da Simon Yates. In recupero Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), giovane azzurro penalizzato da una caduta sulle pendici dell'Etna. In perpetua rampa di lancio Miguel Angel Lopez (Astana), atteso guastatore delle manovre dei big sulle grandi salite.