La Bielorussia si aggiudica, piuttosto a sorpresa, la staffetta femminile della corrente olimpiade. Il quartetto, diretto da Skardino - una certezza al lancio - e Domracheva - chiusura regale - anticipa la Svezia, trascinata da Magnusson e Oeberg - rivelazione della rassegna a cinque cerchi e possibile prima donna in futuro - dopo l'approccio in difetto di Persson e Brorsson - dieci errori in due. A rifinire il podio la Francia, con Bescond, al tramonto, piegata dalla Oeberg, ma autrice comunque di un'ottima prova. 

Il meteo gioca un tiro mancino alle protagoniste. Neve e forte vento, difficile trovare le coordinate di gara. Il poligono si trasforma in lotteria e alcune delle squadre più attese - come la Germania - vanno in totale confusione. Preuss deraglia, mentre Vittozzi, dopo una sbavatura a terra, dimostra di essere in assoluto una delle migliori tiratrici del circuito. Chirurgica in piedi, pilota l'Italia davanti. Lo staff azzurro opta per una prova d'attacco, in seconda c'è Dorothea Wierer. La prima sessione costa molto alla Wierer, dà tacche più volte, ma non chiude più di tre bersagli. Doppia tornata nell'anello e ritardo elevato. Eckhoff e Makarainen vanno quindi a caccia di Kuzmina, brava a leggere la situazione. Sembra finita per il plotone tricolore, ma la reazione di Wierer è da campionessa. Serie rapida nella bufera, 5/5 che rimette l'Italia al timone di comando. Si forma per qualche metro un interessante treno, ma Makarainen, all'ultima chiamata olimpica, lascia Dorothea e si invola. 

La terza frazione segna un primo punto di rottura. Gontier, a terra, rimedia a due sbavature, in piedi incappa però in una penalità. Hildebrand pasticcia, la Germania resta così nelle retrovie. Anche Braisaz presta il fianco, sono Bielorussia e Polonia a cambiare marcia grazie a Alimbekava e Guzik. Tandrevold tradisce la Norvegia. Al terzo cambio ci sono sette squadre in 30 secondi. L'Italia schiera Sanfilippo, ma la presenza di Domracheva altera la scena. Già medagliata qui, alza i giri del motore, si costruisce un tesoretto fortificato a terra, poi controlla un difficile poligono in piedi. Sfrutta le ricariche, saluta Bescond e veste la Bielorussia d'oro. Dietro si consuma l'ascesa di una predestina, Oeberg. Perfetta carabina alla mano, stampa la Francia, conduce la Svezia oltre i sogni della vigilia. La formazione transalpina è così di bronzo, per 7 secondi circa. 

Quarta la Norvegia, Olsbu sbatte su una seconda serie di complessa evoluzione e non rimedia al disastro maturato in terza. Quinta la Slovacchia, poi Svizzera e Polonia. Dahlmeier non si spende eccessivamente, ma recupera comunque spazio e posizioni. La Germania è ottava, davanti all'Italia, "tradita" da Sanfilippo. Dopo il 5/5 a terra, scivola in piedi, finisce nel circuito e saluta la compagnia. Un peccato. 

Le prime tre