Al termine di una finale convulsa, come da tradizione, l'Italia conquista la seconda medaglia nello short track della corrente olimpiade. La staffetta azzurra chiude terza, ma sale un gradino dopo la squalifica della Cina - sanzionata come il Canada per una carambola maturata nelle tornate conclusive. Preservata, invece, la Corea del Sud. Le padrone di casa guadagnano margine in virtù di un contatto che coinvolge tre rappresentative su quattro. Cambio galeotto, quello coreano, e volo sul ghiaccio per la nostra Peretti, splendida per rapidità. Recupero lampo e inseguimento a cinque cerchi. Dal bronzo all'argento, questione di minuti. Le cinesi, come detto, finiscono nel mirino della giuria, è penalità.
Ad approfittare dell'evento è l'Olanda, maestosa nella finale B. Le arancioni demoliscono il primato mondiale - stabilito dalla Corea nel 2016 a Salt Lake City - e di conseguenza anche il primato olimpico, realizzato qui dalla Cina. Una lotta con l'Ungheria che vale il bronzo, le olandesi infatti approfittano dello stop inflitto a Cina e Canada per salire sul podio della Gangneung Ice Arena.
Arianna Fontana, tornando al capitolo tricolore, si mette al collo la settima medaglia olimpica, raggiunge Manuela Di Centa e incastona ancor di più il suo nome nella storia dello short track. Con lei - qualificata ai quarti nei 1000 - Martina Valcepina, preservata oggi dalla prova individuale, Lucia Peretti e Cecilia Maffei. 4:15.901, questo il crono delle azzurre. Semplici numeri, in un atto conclusivo carico di tensione, ma di forte stampo italiano.
Tre i titoli ancora da assegnare nello short track. Giovedì 22, in palio l'oro nei 500 maschili, nei 1000 femminili e, infine, nella staffetta maschile.