Martin Fourcade sbaglia di rado, difficilmente pecca per due volte consecutivamente. Dopo l'ottavo posto nella sprint, complice una giornata nera al tiro, il Re si riprende la corona nell'inseguimento. Il guanto di sfida già all'alba della contesa, Fourcade divora la neve e annulla il gap ancor prima del poligono a terra. L'ascesa al vertice è rinviata di qualche secondo, perché il transalpino copre solo 4 bersagli e concede così spazio prima a Eberhard e poi a Peiffer, oro nella gara inaugurale. La prognosi si scioglie in piedi, Fourcade è chirurgico nella terza sessione, crea un solco rispetto al tedesco, sigilla la battaglia. Sbaglia anche Boe, è quindi una volata senza possibili repliche. Secondo tempo sugli sci, Martin si presenta con margine all'ultima chiamata al tiro. Rapido, preciso, ha il tempo per alzare il pugno in segno di vittoria. Chiude solo, tra gli applausi. 

La passerella assottiglia il disavanzo, Samuelsson - il numero uno nella componente fondo - costruisce una rimonta sensazionale, cancella Doll  e si prende un argento inatteso. La Germania si conferma protagonista e permane sul podio grazie al citato Doll - 19/20 al tiro, come Fourcade e Samuelsson. Beffato T.Boe. Il norvegese - tredicesimo ai nastri di partenza - è perfetto a terra, ma prima inciampa nella terza sosta, poi deraglia in via definitiva al dunque. 3/5, svaniscono i sogni di gloria. Medesimo finale per Schempp, quinto con la stessa sequenza al tiro del norvegese. Weger e Desthieux migliorano sensibilmente il loro piazzamento iniziale, Peiffer è ottavo - come Boe e Schempp commette due imperfezioni nella seconda sessione in piedi. Infine, nei dieci, Bjoentegaard e Hofer. Lukas sbaglia sempre nelle prime tre serie, poi è pulito nell'ultima e riacciuffa una buona posizione.  

Gara dai due volti, invece, per Windisch. Come spesso accade, è la precisione al tiro a dettare le coordinate della sua prova. Si inceppa subito due volte a terra, ritrova confidenza con neve, tracciato e carabina e si pone in rampa di lancio, ma tre errori, in chiusura, confinano nell'oblio l'azzurro dopo il podio nella sprint. Quindicesimo, peccato.