La notizia della positività di Chris Froome è certamente la notizia del giorno nel mondo sportivo. Il plurivincitore del Tour de France che ha recentemente conquistato la doppietta Grand Boucle-Vuelta, è stato trovato positivo al termine della diciottesima tappa della corsa spagnola e la sostanza incriminata è il salbutamolo, ovvero il principio attivo del Ventolin, il farmaco principale per chi soffre d'asma, come il britannico e buona parte dei ciclisti professionisti. L'assunzione del salbutamolo, che ha la funzione di broncodilatatore, permette di aumentare il flusso d'aria in entrata nei polmoni e quindi l'afflusso di ossigeno ai muscoli, fatto fondamentale in uno sport di resistenza come il ciclismo. 

Froome non è certo il primo ciclista ad essere risultato positivo a questa sostanza. L'ultimo in ordine di tempo è stato Diego Ulissi, nel 2014, positivo dopo una tappa del Giro d'Italia e squalificato per nove mesi, ma prima del livornese ci furono altri diciotto casi. I provvedimenti presi in queste circostanze variano molto da situazione a situazione: il livornese, come detto fu squalificato per nove mesi e come lui altri sette ciclisti passati tra cui Matteo Trentin, mentre altrettanti corridori sono stati assolti per ragioni mediche, ovvero hanno provato la loro asma, e tra loro ci sono molti nomi noti come ad esempio Alessandro Petacchi (anche se poi fu squalificato dal Tas di Losanna) e Miguel Indurain; sono solo due i casi in cui invece non è mai arrivata una sanzione e sono entrambi del 1993. 

Twitter @Spitinthesoup
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Chris Froome quindi potrebbe non incorrere in nessuna sanzione nel caso in cui riuscisse a dimostrare come l'assunzione del salbutamolo, risultato oltre il limite del doppio consentito dall'Uci, fosse a scopo terapeutico. Altrimenti arriverebbe la squalifica con un tempo di stop abbastanza aleatorio come si può vedere dall'immagine sopra. Il caso più recente e vicino a quello del britannico è quello di Ulissi, squalificato per nove mesi nel 2014 con un livello di salbutamolo nelle urine di 1,920 ng/l, contro i 2,000 ng/l del corridore Sky. A livello di logica la squalifica del kenyano bianco non dovrebbe essere inferiore a quella del livornese. In questa situazione il caso dell'italiano è certamente un assist a favore dell'Uci, poiché il corridore allora alla Lampre-Merida fu squalificato per negligenza, nonostante gli fosse riconosciuto il fatto di non voler alterare la propria prestazione. 

Il Team Sky, nel frattempo, ha rilasciato un comunicato stampa in cui spiega come la concentrazione del salbutamolo nelle urine possa variare a seconda di molti fattori come l'alimentazione, altri medicinali o la disidratazione. Intanto, però, tramite le parole di Dave Brailsford, il team manager della Sky, è partito il tipico scarica barile: "I have the utmost confidence that Chris followed the medical guidance in managing his asthma symptoms, staying within the permissible dose for Salbutamol"...