A pochi giorni dalla presentazione ufficiale del Giro d'Italia 2018, che avverrà a Milano mercoledì 29 novembre, Fabio Aru scioglie le riserve e annuncia che la sua prossima stagione ruoterà intorno alla corsa rosa, che lo scorso anno fu costretto a saltare per un infortunio al ginocchio. Un traguardo scolpito della mente del Cavaliere dei Quattro Mori, reduce dal cambio di squadra, dall'Astana di Alexander Vinokourov al Team UAE Emirates di Beppe Saronni.
E proprio il cambio di casacca costituisce un nuovo punto di partenza per Aru, nel 2017 protagonista al Tour de France, con due giorni in maglia gialla: "L'Astana mi ha permesso cinque anni fa di realizzare un sogno, quello di diventare professionista - le parole dello scalatore sardo a Claudio Ghisalberti de La Gazzetta dello Sport in edicola oggi - ho imparato tanto e sono grato alla squadra, però era arrivato il momento di cambiare, di fare nuove esperienze. Dopo due podi al Giro e la vittoria alla Vuelta, è cambiata anche la mia dimensione di corridore. Nella nuova squadra aumentano le aspettative, ma anche gli stimoli e le motivazioni. Vinokourov? Mi dispiace tantissimo che l'abbia preso male. Però lui, che pure è stato corridore, non ha capito questa mia volontà ed esigenza. Saronni? Ho letto le sue parole spese nei miei confronti, le stesse che mi ha detto in prima persona quando ci siamo conosciuti. Mi fa molto piacere essere considerato uno che non molla mai e che regala emozioni. Anche la squadra aveva bisogno di una figura così". L'addio all'Astana significa anche il congedo dal direttore sportivo Beppe Martinelli: "Con Martino ci siamo confrontati spesso, non è stato sempre un rapporto liscio. Ci siamo parlati a viso aperto, da persone adulte. Ha una passiona infinita, si impegna al cento per cento. Ce ne fossero di tecnici come lui..".
Quali i punti di riferimento del nuovo team? "Tiralongo e l'addetto stampa Cavazzuti mi hanno seguito nella nuova avventura e saranno quindi ancora al mio fianco. Michele Dal Gallo sarà il massaggiatore. Valerio Conti sarà spesso al mio fianco, come Diego Ulissi. Tiralongo non sarà proprio un direttore sportivo, ma una specie di osservatore e farà parte del gruppo dei preparatori. Non sarà il solo preparatore, ma farà parte di uno staff. Poi non credo che stravolgeremo la preparazione, ma andremo avanti sulle linee imparate e impostate finora. Del resto, le grandi corse a tappe si preparano così". Meno raduni e più giorni di corsa, secondo il diktat di Saronni: "Ne abbiamo parlato, ma gli avvicinamenti ai grandi appuntamenti sono sempre quelli". Aru si sbilancia infine su un programma stagionale che non dovrebbe essere ancora pubblico: "Che ci sarò al Giro non potrei dirlo... Di sicuro farò l'Abu Dhabi Tour, non so se sarà il debutto o meno. Poi la Tirreno-Adriatico, mentre ho un punto di domanda tra Milano-Sanremo e Volta a Catalunya. Il Tour of The Alps è importante perchè una tappa sarà sul percorso del Mondiale, a cui punto molto. Vorrei fare il debutto alla Liegi. Poi, in ottica Mondiale, la Vuelta è d'obbligo". Su Chris Froome e la sua possibile partecipazione al Giro d'Italia: "Ho sentito che ci sta pensando. Froome è un grande campione e un osso durissimo. Perchè no? Spero ci sia al Giro, la corsa avrebbe ancora più prestigio. E a me piacciono i grandi confronti".