La stagione 2017 gli ha cambiato la vita. Il trionfo al Giro d'Italia del Centenario, il nuovo status di grande corridore per le corse a tappe di tre settimane, l'oro mondiale vinto a cronometro nella rassegna iridata di Bergen. Tom Dumoulin può andare in vacanza soddisfatto, in attesa di programmare al meglio la prossima annata, in cui in tanti lo attendono a un confronto con Chris Froome sulle strade del Tour de France, reduce dalla doppietta Grand Boucle-Vuelta a Espana.
Ma l'olandese del Team Sunweb, intervistato oggi da Ciro Scognamiglio de La Gazzetta dello Sport, non chiarisce quale sarà il suo calendario per il 2018, lasciando ancora un po' di incertezza sulla prossima stagione: "In realtà non ho ancora deciso - le sue parole - dipenderà dai percorsi. È vero, alla Vuelta e al Giro ho già lottato per la classifica generale e al Tour non ancora. Ma se il Tour 2018 non avrà un tracciato adatto, perché dovrei andare a caccia della vittoria già l’anno prossimo? Ho amato il Giro e mi piacerebbe molto ritornarci". Un Giro che gli ha cambiato la vita: "Decisamente. In Olanda, ero già uno sportivo conosciuto. Ma ora non sono più un semplice sportivo. Mi riconoscono tutti, mi fermano per gli autografi e le foto. A volte tutta questa popolarità mi piace, altre no. Alle corse non è un problema. Se sono per i fatti mie non mi piace molto. Ma per la gente vedo che non fa troppa differenza. Questa per me è stata davvero la stagione perfetta. Ho raggiunto ogni obiettivo che ho messo a fuoco. Al Mondiale in linea ho sbagliato i tempi dell’attacco, ma pazienza. La maglia rosa del Giro d'Italia del Centenario la tengo in soggiorno, in bella mostra. Quando sto a casa, voglio vederla tutti i giorni. Poi magari la sposterò in camera, ma per adesso sta benissimo lì". Ma il 2017 non è stato straordinario solo per Dumoulin, ma per tutto il Team Sunweb. L'olandese non sa elencare i motivi di tanti successi: "Non ho una risposta chiara. Non abbiamo tantissimi soldi, ma li spendiamo bene, al contrario magari di altri team. Siamo attenti ai piccoli dettagli, allo sviluppo. Non alloggiamo nei migliori alberghi…ma in fondo non è così necessario per andare forte in bici. Siamo un bel gruppo, già nel 2016 lo avevamo dimostrato. Quest’anno è andato tutto al posto giusto. Insomma: non so esattamente perché, ma ciò che ho visto mi è piaciuto molto".
Froome, Sagan, Van Avermaet, tanti i protagonisti della stagione che si sta chiudendo, ma per Dumoulin corridori troppo diversi per essere paragonati: "In Olanda c’è un detto secondo cui non si possono paragonare le mele alle pere. Sagan e Froome non potrebbero essere più diversi. Certo, io sono fondamentalmente un corridore da grandi giri e Froome, con la doppietta Tour-Vuelta, mi ha impressionato. Ma scegliere non è possibile". Due grandi giri nella stessa stagione, a quando il tentativo dell'olandese?: "In diversi lo hanno fatto e lo fanno ancora. Nibali in questa stagione ha puntato su Giro e Vuelta ed è andato due volte sul podio, quindi due ottimi risultati. Sì, ci proverò pure io. Ma non so quando". Dumoulin afferma poi di non avere un'opinione circa le possibile riforme del mondo del ciclismo per arginare le grandi squadre come il Team Sky, ma sembra avere le idee chiare per quanto riguarda l'abolizione dell'uso dei misuratori di potenza in corsa, come suggerito da Alberto Contador: "Per me non c’è davvero alcun problema. Non li uso mai nelle gare in linea, ma solo nelle crono. Vado a sensazioni. Devo dire che secondo me Contador sopravvaluta l’influenza che questo strumento ha nello stile di corsa di Froome, per esempio. Io non credo che Chris lo usi poi così tanto. E neppure altri. Si possono togliere, ma non cambierebbe molto". Chiosa finale sugli altri sportivi che segue con particolare attenzione: "Seguo molti sport e mi piacciono grandi personaggi come Usain Bolt o Leo Messi. Ma mi accontento di guardarli. Conoscerli non mi cambierebbe la vita"