Unbelievable. Incredibile. E' l'aggettivo utilizzato da Peter Sagan per descrivere il suo terzo successo consecutivo ai Campionati Mondiali. E si fa davvero fatica a credere che un solo corridore nella storia del ciclismo sia riuscito a prendersi la maglia iridata per tre edizioni di fila, in solitaria a Richmond nel 2015, in volata lo scorso anno a Doha, come oggi a Bergen 2017. E' un Sagan che si scioglie nella commozione, quello che si presenta davanti ai giornalisti dopo aver battuto al fotofinish il campione di casa, il norvegese Alexander Kristoff, medaglia d'argento davanti all'australiano Michael Matthews.
"Non è stato facile, ragazzi - le parole del fenomeno slovacco - negli ultimi cinque chilometri pensavo che non ce l'avrei fatta, che avrebbe vinto qualcun altro. Poi ci sono stati cambi in testa alla corsa, io stesso ho provato andare in fuga, con Gaviria che ha cercato di chiudere, ma alla fine siamo arrivati allo sprint ed è stato incredibile. Kristoff correva in casa, che dire, mi spiace per lui, ma sono contento di aver vinto ancora. E' sicuramente qualcosa di speciale, anche se alla fine non cambierà nulla. Per me è comunque qualcosa di molto bello. E' sempre difficile prevedere come possa concludersi una corsa del genere, se allo sprint o meno. Sull'ultima salita avete visto tutti che il gruppo era spezzato in tre tronconi. Da dietro continuavano a rimontare corridori, mentre davanti c'erano degli attacchi. Poi siamo arrivati insieme e tutto si è deciso in un finale di pochi secondi, è stato incredibile. Mi sono messo alla ruota di Gaviria, poi sono partito nel momento più opportuno. Sono molto felice, voglio ringraziare i miei compagni di squadra della nazionale e diversi amici che ho in gruppo e soprattutto dedicare questa vittoria a Michele Scarponi: domani sarebbe stato il suo compleanno. La sua è stata una storia triste quest'anno. Poi voglio dedicare la vittoria a mia moglie, che è in attesa di un bambino. E' stato un gran finale di stagione, sono molto contento del lavoro fatto. In realtà considero l'intera annata positiva, nonostante il brutto capitolo del Tour de France".
Delusione in casa Italia, per il quarto posto ottenuto da Matteo Trentin, ai piedi del podio alle spalle di Michael Matthews: "Arrivare quarto è un buon risultato - commenta Trentin - ma quando hai buone gambe c'è grande delusione. Sono onesto, non penso che avrei potuto lottare per la vittoria, quando Sagan e Kristoff hanno accelerato in volata ci hanno distanziato nettamente. Ma avevo le gambe per giocarmi il bronzo con Matthews: averlo mancato è dura da accettare. Abbiamo corso bene, da squadra, facendo vedere che l'Italia c'è". Grande prestazione del giovane Gianni Moscon, 23 anni, protagonista per tutto l'arco del Mondiale: "Sono andato all'attacco con Julian Alaphilippe - dice a La Gazzetta dello Sport - lui poi ha provato ad andar via sul pavè, peccato, perchè se fossimo rimasti insieme avremmo avuto più possibilità di arrivare al traguardo". Traccia un bilancio il commissario tecnico Davide Cassani, al suo quarto mondiale alla guida della nazionale azzurra: "Sì, è vero: insieme Alaphilippe e Moscon sarebbero potuti arrivare al traguardo. Dispiace, ma Gianni è stato fantastico. È caduto, ha cambiato bicicletta, e quando è rientrato ho capito che era in giornata super. È stato bravo, come tutti gli altri: abbiamo dato il massimo, non eravamo favoriti, ma avevamo una buona squadra. Il quarto posto non ci soddisfa, ma devo fare i complimenti ai ragazzi, sono stati bravi. Trentin era il nostro capitano, meritava un posto sul podio".