L'attacco di Vincenzo Nibali non stravolge l'ordine stabilito, ma mantiene alta la tensione all'interno del gruppo. Un affondo per scalfire l'austero controllo del Team Sky, per porre qualche interrogativo a Chris Froome. Quest'oggi, tappa di altro tenore, epilogo in quota, oltre i 2000 metri. Lorca – Observatorio Astronómico de Calar Alto, 187.5 i chilometri da percorrere.
Il disegno si può tranquillamente spezzare in due tronconi. Qualche colpo di pedale in salita per introdurre l'uscita odierna, trampolino per eventuali attaccanti. Una breve picchiata, poi, pilota a un lungo intermezzo pianeggiante. Per 50 chilometri non ci sono scosse, il plotone può procedere a ritmo controllato. Dopo il traguardo volante, chilometro 103.4, prime avvisaglie di lotta. L'asfalto si fa rovente, siamo all'alba del primo GPM. Ascesa di prima categoria, oltre 13km, pendenza media superiore all'8.5%. Alto de Velefique, chi vuole incidere realmente nella corsa deve muoversi qui, spodestare il pacchetto in nero, sgranare il gruppo.
Non c'è un attimo di recupero, su e giù, ultima fatica. 15 chilometri, il traguardo è a 2120 metri, la pendenza media - 5.9% - non deve ingannare, sono presenti alcuni strappi in grado di rimescolare le carte. Primi chilometri impegnativi, punte del 12%, dopo un tratto sostanzialmente di facile lettura, altra impennata, al 10%, teatro dell'affondo probabilmente decisivo.
Chris Froome resta il favorito. Nessun segno di cedimento, è il padrone della Vuelta. Chaves, per continuità, il primo avversario, Contador, per personalità e momento, un'insidia reale. In casa Italia, maggior impatto può avere Nibali, Aru appare in leggero ritardo.
Il percorso