Dopo giorni contrassegnati da grande tensione, il Team Astana e Fabio Aru hanno trovato il modo di venirsi incontro, per non compromettere un importante finale di stagione. E' questo il significato della conferma del corridore sardo come capitano del team kazako alla prossima Vuelta a Espana, che prenderà il via sabato 19 agosto, dalla Francia, precisamente dalla città di Nimes, con una cronometro a squadre.
Le voci di mercato, che volevano il Cavaliere dei Quattro Mori sempre più lontano dal team diretto da Alexander Vinokourov, hanno rischiato di impedire la partecipazione di Aru alla corsa spagnola. Ma alla fine ha prevalso la soluzione del buon senso, quella che vedrà lo scalatore sardo ai nastri di partenza della Vuelta con i gradi di capitano. Una grande giro che non faceva parte dei piani originari di Aru, a inizio stagione concentrato sulla preparazione del Giro d'Italia del Centenario, e poi aperto a diverse soluzioni estive. L'infortunio al ginocchio sinistro, il conseguente forfait alla corsa rosa, il buon rendimento al Criterium del Delfinato, sono stati tutti elementi che hanno indotto l'Astana a puntare sul Cavaliere dei Quattro Mori per il Tour de France, insieme al danese Jakob Fuglsang. Una Grand Boucle chiusa al quinto posto da Aru, con tanto di vittoria di tappa a La Planche des Belles Filles e maglia gialla conquistata sui Pirenei e mantenuta per due giorni. Poi le difficoltà alpine dell'ultima settimana, gli screzi di mercato (si parla con insistenza del Team UAE Emirates), fino alla schiarita delle ultime ore. Aru sarà dunque al via della Vuelta, insieme al colombiano Miguel Angel Lopez Moreno, seconda punta della squadra kazaka, e agli spagnoli Pello Bilbao e Luis Leòn Sanchez. Il corridore sardo torna dunque sulle strade della Vuelta a due anni di distanza dal trionfo del 2015, quando si vestì di rosso nella cornice di Plaza Cibeles di Madrid, al termine di un lungo e appassionante duello con l'olandese Tom Dumoulin. Difficile prevedere quale sarà il rendimento dell'azzurro nel secondo grande giro consecutivo della sua stagione, in particolar modo in un 2017 travagliato, contrassegnato da un infortunio al ginocchio che lo ha visto recuperare bene ma calare poi.
Una Vuelta a cui prenderanno parte, tra gli altri, anche Alberto Contador e Chris Froome, e che si conferma come corsa di grandi nomi, ulteriormente in ascesa dopo lo spostamento nel calendario (una settimana prima della fine di agosto, più vicina al Tour de France). Aru si presenterà alla cronosquadre di Nimes senza troppe aspettative, un po' come accaduto con l'avvicinamento alla Grand Boucle: "In tanti si attendevano molto da me alla vigilia della partenza di Dusseldorf - le parole del sardo a La Gazzetta dello Sport subito dopo la fine del Tour - ma bisogna pur sempre considerare che mi ero infortunato al ginocchio solo il 2 aprile scorso. Ho concluso il Tour con la consapevolezza di poter competere con i migliori, i miei miglioramenti rispetto al 2016 sono stati impressionanti. Sono finito a soli quarantacinque secondi dal podio, non posso far altro che congratularmi con chi ha chiuso davanti a me in classifica generale. Se guardo al mio Tour, penso che il bicchiere sia mezzo pieno, anche se sono deluso perchè nell'ultima settimana avrei voluto lottare come avevo fatto fino a quel momento. Ora dovremo analizzare bene e con tranquillità quanto accaduto, in modo tale da poter tornare al Tour più forte di prima, per fare ancora meglio". E la prima occasione per ripartire la offre proprio la Vuelta, tradizionalmente corsa adatta agli scalatori, molto meno ai passisti. Ma, a questo punto della stagione, più che alle caratteristiche individuali, bisogna guardare allo stato di forma, alle energie rimaste nel serbatoio. Se Aru avrà recuperato dallo sforzo dell'accoppiata Giro del Delfinato-Tour de France, allora potrà dire nuovamente la sua anche in Spagna.