Ultima fatica, prima della passerella conclusiva, per il gruppo. A Marsiglia, prova contro il tempo, 22.5 chilometri per definire la classifica generale. Chris Froome, al termine delle fatiche alpine, è saldamente al comando. Il vantaggio è esiguo, ma la cronometro è chiaramente dalla sua parte. Può piazzare la spallata decisiva, rintuzzare possibili attacchi. Nessuno sembra avere le carte in regola per ribaltare il Tour, a meno di possibili problemi o colpi di scena. Più interessante è quindi la lotta per la seconda posizione, con Uran, più adatto all'esercizio della crono rispetto a Bardet, nelle vesti di cacciatore. Aru, dopo i problemi fisici dei giorni scorsi, mette nel mirino Landa, ma è operazione difficile.
Froome insegue non solo l'ennesimo Tour, ma anche il successo parziale, ampiamente alla portata. Il disegno esalta gli specialisti della materia, attenzione quindi a Roglic, in condizione, Castroviejo e Kung, e propone per lunghi tratti strada pianeggiante, adatta quindi a rapportoni e grandi velocità. Il primo rilevamento cronometrico è poco dopo il chilometro 10, mentre la fase più interessante è intorno al 14esimo chilometro.
Unico strappo di giornata, Notre-Dame de la Garde, 1.2 chilometri, pendenza media del 9.5%, qui gli scalatori possono respirare, sfruttare l'anomalia del tracciato per recuperare secondi preziosi. Un muro, dalla vetta, poi, 7 chilometri a tutta tra discesa e pianura. Leggera pendenza nel frangente finale, nulla però che possa alterare il passo dei primi.
Il percorso