Dalla maglia gialla al quinto posto, il passo è stato relativamente breve, sei giorni che hanno segnato il Tour de France di Fabio Aru. Dopo aver iniziato la Grand Boucle in splendide condizioni di forma, vincendo a La Planche des Belles Filles e prendendosi la vetta della classifica generale a Peyragudes, lo scalatore sardo è andato in difficoltà, anche a causa di una fastidiosa bronchite che lo ha tormentato sulle Alpi. Altri secondi persi oggi, nella tappa dell'Izoard, e podio sempre più lontano: "Dopo aver perso la maglia gialla sono incappato in giornate difficili - le parole del Cavaliere dei Quattro Mori - non mi sono sentito più quello di prima. Ormai siamo giunti alla fine del Tour, e avere problemi fisici fa parte dello sport, bisogna accettarlo. Il quinto posto in classifica generale non è un piazzamento da buttar via, ma ovviamente avrei voluto di più da questo Tour. Sono deluso per come è andata in questi ultimi due giorni, ma non voglio dimenticare che nei mesi scorsi ho lavorato bene. Per questo motivo devo essere soddisfatto, non era facile tornare a questi livelli dopo l'infortunio. Ho dato tutto".
Chi invece può esultare per un Tour in tasca, il quarto della carriera, è Chris Froome del Team Sky, mai in grado di staccare i principali avversari in salita, ma in maglia gialla a due giorni dalla cronometro di Marsiglia: "Quella di oggi è stata una tappa durissima, con un finale in quota. Complimenti a Warren Barguil per la sua vittoria. Sono soddisfatto della mia prestazione. I miei compagni di squadra hanno fatto un gran lavoro sull'ultima salita, ho provato a staccare Bardet e Uran, ma oggi era impossibile. Entrambi hanno corso alla grande sinora. La corsa non è ancora finita, se tutto andrà bene avrò buone chances a cronometro, ma siamo tutti molto vicini, in trenta secondi. Uran sembra essere la principale minaccia a crono, ma ci sono ancora altri due giorni di corsa, può succedere di tutto. Oggi mi sarebbe piaciuto vincere la tappa, credevo di aver guadagnato qualcosa con quell'allungo nel finale, ma Uran mi è tornato subito sotto. L'obiettivo principale era comunque quello di mantenere la maglia".
Soddisfatto del suo Tour Romain Bardet (AG2R La Mondiale), che rischia però di perdere il podio (a favore di Landa) dopo non essere stato in grado di staccare Froome e Uran: "Ho dato tutto, all'arrivo pensavo di soffocare. La squadra ha corso alla grande, conoscevo questa salita, ci ho provato, forse ho atteso troppo prima di attaccare, ma non mi sentivo al 100%. Ho fatto ciò che avevo programmato. Tutti sognano attacchi epici, ma a volte bisogna aspettare. Avevo bisogno di un solo vero scatto, il Team Sky ha fatto un gran ritmo, c'era vento contro, era difficile. Non sono riuscito a staccare Froome, ma ho dato tutto. Niente è ancora deciso, ma il mio Tour è già un successo. Ho risposto presente sulle grandi montagne, confermando quanto fatto lo scorso anno. Sono motivato per la cronometro di sabato, tutto può ancora succedere, combatterò come ho fatto oggi, con cuore e voglia di vincere".
L'altro contendente per il podio di Parigi è il colombiano Rigoberto Uran (Cannondale-Drapac): "Sapevamo che oggi sarebbe stata una giornata difficile, attaccare il Team Sky è risultato complicato. E' stato importante rimanere con i migliori. Ho perso un paio di secondi proprio alla fine, ma il ritmo era altissimo, e la tappa durissima. E' andata molto bene, più o meno come speravamo. La cronometro sarà importante. Ovviamente sappiamo chi abbiamo di fronte, ma è pur sempre una crono che si disputa dopo venti tappe di un Tour de France, quindi vedremo cosa succederà".
Al settimo cielo il francese Warren Barguil (Team Sunweb), vincitore di giornata: "Non riesco a crederci, è un sogno che dura da tre settimane, non solo per me, ma per tutta la squadra. Ne parlavo ieri con Michael (Matthews, ndr), non ci saremmo mai aspettati di poter vincere due tappe a testa, la maglia verde e quella a pois. E' davvero un momento speciale, considerando anche la vittoria al Giro di Tom Dumoulin. Dopo tutta la sfortuna degli ultimi mesi, sono riuscito a mostrare le mie qualità: il lavoro paga. Il mio è stato un attacco istintivo, volevo guadagnare tempo su Contador. Ho atteso la parte più dura della salita, poi sono andato fino all'arrivo. L'anno scorso avevo perso da Atapuma al Giro di Svizzera, non ero riuscito a prenderlo per pochi secondi, non volevo accadesse di nuovo, così ho impostato il mio ritmo e l'ho raggiunto. In futuro credo di poter lottare per la classifica generale, se avrò le gambe che ho ora. Amo questa corsa, ora voglio solo godermi il momento, perchè ho capito che una caduta può cambiare tutto, come mi è capitato quest'anno durante le classiche delle Ardenne".