Un sogno che si è trasformato in splendida realtà. Un cammino lungo, difficile. Ma oggi, l’Italia del nuoto sincronizzato scrive una pagina storica per lo sport azzurro. A compiere l’impresa Giorgio Minisini e Manila Flamini, già bronzo due anni fa a Kazan 2015, ma oggi oro nel duo misto tecnico ai Mondiali di Budapest 2017. Un podio pazzesco per un’Italia mai così in alto nel nuoto sincronizzato. Al Varoliget Park, gli azzurri detronizzano la Russia, da sempre la squadra più titolata in questo sport, di un’inezia (0.0034 centesimi di punto) ma tanto basta per laurearsi campioni del mondo e sciogliersi in un pianto liberatorio in cui c’è tutta la tensione e il duro lavoro di questi ultimi due anni.

Una prova splendida quella della coppia azzurra. Un tema più che mai attuale ed emotivamente coinvolgente quello portato in acqua dall’Italia. “A screem from Lampedusa”. Un urlo. Così Giorgio Minisini si presenta a bordo vasca, raccogliendo tra le braccia Manila Flamini, vittima, in questo racconto quanto mai reale, dell’ennesima fuga per la salvezza. Due minuti e diciannove di tenacia, classe, tecnica e assoluta capacità interpretativa. Un viaggio che ripercorre il cammino verso un approdo più sicuro, dove non sempre si riesce a sopravvivere. Il cuore li ha sorretti e guidati alla consacrazione. Una gestualità ed un sincronismo perfetti, a dimostrazione della grande complicità che lega i due azzurri. Ardore, coraggio, esperienza, eleganza, forza. 29 anni lei, la capitana, appena 21 lui: alle spalle, in questo percorso insieme, già tante medaglie ma l’oro odierno sugella un’impresa storica. Un punteggio altissimo, 90.2979, con un incremento di 2 punti rispetto all’eliminatoria chiusa al secondo posto proprio dietro alla Russia, seppur di pochissimo. Una coreografia bellissima curata da Anastasija Ermakova con musiche di Michele Braga

Lo sgomento della coppia russa, Michaela Kalancha e Alexandr Maltsev, argento nel 2015 proprio davanti agli azzurri, certifica ancora di più la straordinaria prova dei nostri ragazzi. L’eccessiva convinzione ha forse giocato loro un brutto scherzo. Tecnicamente ineccepibili, l’esercizio è apparso molto lineare e ben eseguito ma privo di quel trasporto emotivo e fisico di cui sono stati capaci gli azzurri. La Russia, questa volta, deve inchinarsi per 34 centesimi di punti.

Medaglia di bronzo per i campioni uscenti. L’americano Bill May, pioniere e icona del sincro al maschile, a 38 anni centra un’altra medaglia mondiale con la sua nuova partner Konako Splendle, di origine nipponiche e a tratti meno incisiva del compagno. Un esercizio molto fisico, carico e coinvolgente ma non abbastanza da riportare May sul gradino più alto del podio, non oggi. Gli americani infatti chiudono con 87.6682 punti.

I giapponesi Atshush Abe e Yumi Adachi conquistano il quarto posto dimostrando una grande crescita. Un esercizio intimista quello dei nipponici premiato con un ottimo 86.2679. Quinto posto per la Spagna di Berta Sanz Fernandez e Pau Ribes allenati dalla plurimedagliata Gemma Mengual. Per loro un punteggio di 84.3336. Il Canada chiude sesto con 82.3413 punti.

L'Italia si gode dunque la quinta medaglia in tre giorni della spedizione magiara. Ma dal nuoto sincronizzato non è ancora finita. Sabato, Giorgio Minisini tornerà nel Libero con Mariangela Perrupato, a caccia del bis dopo il bronzo a Kazan 2015. Chissà che non arrivi il secondo oro.