Marcel Kittel completa un filotto d'oro, quinto successo al Tour a chiudere una due giorni dedicata alle ruote veloci. All'orizzonte i Pirenei, emerge prepotente la maglia gialla di Chris Froome. Senza Geraint Thomas, prezioso alleato nelle prime uscite in quota, il leader del Team Sky punta a rinsaldare la sua supremazia, a chiudere la porta agli arrembanti Aru e Bardet. Si parte da Pau, 214.5 i chilometri da percorrere, si arriva a Peyragudes.

I primi 60 chilometri sono privi di particolari difficoltà, la strada è nervosa, ma il gruppo può controllare l'azione in attesa delle successive fatiche. Al km64, Cote de Capvern, 7.7 chilometri, pendenze non proibitive. Il traguardo volante, posto al km90, accende la corsa. Col des Ares, 7.4 chilometri, pendenza media del 4.6%. Discesa e nuovamente salita, di ben altro spessore. Il gruppo affronta il Col de Menté, 6.9km, pendenza media superiore all'8%. Qui può muoversi la corsa, fondamentale alzare il ritmo per sgretolare via via il plotone. 

Per quel che concerne la classifica generale, decisivo il Port de Balès. 11.7 chilometri, 7.7% la pendenza media, nella zona centrale strappo oltre il 10%, tra il 7° e il 9° chilometro nuovo rimbalzo durissimo. Una lunga picchiata pilota verso le ultime due scalate. Ipotizzabile un forcing di Ag2R ed Astana, quantomeno per spogliare Froome di alcune difese. Il Peyresourde rappresenta un pezzo di storia del Tour, ma non offre appigli veri e propri, è un'ascesa impegnativa ma regolare. Può incidere lo sforzo precedente. 

Allo scollinamento, un attimo di ristoro, poi volata conclusiva. Una manciata di chilometri, un inferno. Si chiude al 13%, il rischio è di perdere la corsa proprio al tramonto. 

Froome è favorito, per squadra e forza individuale, Aru e Bardet hanno però coraggio. Uran deve confermarsi, Quintana battere un colpo. Contador, ieri a terra, è al canto del cigno, resta l'orgoglio. Martin può far bene.