Marcel Kittel firma la prima tappa in linea, volata difficile, a centrostrada. Geraint Thomas mantiene la maglia gialla, Chris Froome cade e si rialza, rabbioso nel suo inseguimento tra le ammiraglie. Il Tour si conferma tremendamente complesso, ricco di spine. Interessante il percorso della terza uscita, da Verviers a Longwy. Primo traguardo in quota, non, però, per scalatori. Sono piuttosto i finisseurs a strizzare l'occhio al disegno odierno. Sagan - ieri al vento troppo presto - è il favorito della vigilia, ma una pattuglia di almeno dieci unità può avanzare credenziali importanti. 

Il primo GPM è in apertura di tappa, oasi di ristoro per corridori desiderosi di lasciare un'impronta, di ottenere visibilità e palcoscenico. Cote de Sart, 2.8 chilometri per distanziare il gruppo e tentare la sorte. Poca pianura, continui saliscendi, mantenere le redini non è affatto facile. Al km91.5, l'unico traguardo volante, preambolo a due salite poste in sequenza. Cote de Wiltz e Cote d'Eschdorf, nel complesso 5.4 chilometri all'insù. Dopo il passaggio in Lussemburgo, il gruppo torna a dirigersi verso la Francia, sede dell'arrivo di tappa. Gli ultimi 20 chilometri sono i più intriganti. I velocisti sono messi a dura prova, perché un Gpm di 4° categoria annuncia l'inferno di Longwy

Cote de Villers la Montagne, 1.1km, 5.2% la pendenza media. Si sgretola la carovana, destinata ad esplodere, poi, sulle rampe verso il traguardo. Uno strappo secco, Cote de Religieuses, punte dell'11%, una prima parte costantemente sopra l'8%. Siamo al dunque, qui c'è terreno per affondare il colpo, per rifinire l'azione. Sagan, come detto, ma anche Matthews e Degenkolb, sprinter in grado di reggere l'urto in quota. Corridori di potenza come Trentin, fuoriclasse alla Gilbert, senza scomodare i primi della classe, da Aru a Contador. Froome non ama particolarmente scalate secche, di breve durata, ma è in condizione. Quintana è un interrogativo, Bardet, a terra come Froome, potrebbe lasciare un segno tangibile. 

Il percorso