Negli scorsi anni Romain Bardet è sempre partito più attardato nei pronostici della vigilia per la possibile vittoria finale, ma dopo il secondo posto dello scorso anno costruito sulla bella vittoria di Sain Gervais Mont Blanc è arrivato il momento di giocare a carte scoperte: è lui uno dei favoriti per contendere lo scettro giallo a Chris Froome.

Senza dubbio sarà il vero portacolori francese di questa edizione, visti anche gli sforzi pagati da Thibaut Pinot durante il Giro d'Italia, e il pubblico di casa gli chiede tanto, tantissimo, il sogno di un'intera nazione, neanche particolarmente velato, è quello di vederlo arrivare a Parigi di giallo vestito. É infatti dal 1985, anno del quinto e ultimo trionfo di Bernard Hinault, che gli Champs Elysees celebrano la vittoria di un corridore straniero e Romain Bardet potrebbe essere l'uomo giusto per invertire questa tendenza. 

Uno dei principali alleati per il francese della AG2R è il percorso della Grande Boucle. I chilometri totali da percorrere a cronometro, vero tarlo del classe 1990, saranno meno di 30 nell'edizione di quest'anno, distribuiti tra il prologo e la penultima tappa, mentre le tante salite presenti in queste tre settimane sono il terreno da caccia ideale per uno dalle sue caratteristiche esplosive. Per sottolineare l'importanza dell'assenza di prove contro il tempo basta prendere in esame i risultati dello scorso anno, quando nella tappa di Bourg-Saint-Andéol - La Caverne du Pont-d'Arc lunga 37,5 Km Bardet pagò ben  2'50'' da Chris Froome.

Capitolo squadra. Il francese sarà l'unico big nel roster selezionato dalla AG2R e sicuramente non avrà a disposizione i gregari di lusso di altre formazioni, come ad esempio il Team Sky o la Movistar, ma non mancano gli uomini esperti e soprattutto funzionali a una corsa impegnativa come la Grand Boucle.

L'angelo custode di Bardet dovrebbe essere lo svizzero Mathias Frank, ex IAM capace di chiudere in ottava posizione il Tour 2015, che potrebbe rappresentare un prezioso aiuto in salita, specie su quelle più lunghe quando sarà fondamentale non rimanere da soli. Sempre in montagna anche un corridore come Alexis Vuillermoz può risultare molto utile. Il fresco campione nazionale belga Oliver Naesen avrà invece un ruolo chiave qualora dovessero verificarsi giornate nervose in pianura, dove sarà chiamato a guidare il suo capitano al sicuro da ventagli e scatti improvvisi. 

Sebbene nel 2017 si sia fatto vedere poco e soprattutto non abbia raccolto ancora un successo, Romain Bardet parte in prima fila per la vittoria di questo Tour de France. Sarà interessante vedere se la consapevolezza di essere uno dei favoriti lo farà correre con più pressione a discapito della brillantezza, come accaduto al "gemello" Pinot negli ultimi due anni. Le aspettative di tutta la Francia però sono rivolte a lui, per rompere quel digiuno che dura ormai da trentacinque anni.