Ciclismo VAVEL

Tour de France 2017, i favoriti: Chris Froome

Il britannico, tre volte vincitore della Grand Boucle, è il favorito numero uno. L'avvicinamento non è stato quello dei migliori anni, ed ha mostrato qualche debolezza, riuscirà a fare il poker?

Tour de France 2017, i favoriti: Chris Froome
Tour de France 2017, i favoriti: Chris Froome
zagor92
Di Andrea Mauri

Chris Froome è il favorito per la centoquattresima edizione del Tour de France che prenderà il via sabato da Dusseldorf, Germania. Il britannico sarà ancora una volta il leader indiscusso del Team Sky ed avrà a sua disposizione una vera e propria corazzata composta da gregari che in molte altre squadre sarebbero i leader per un piazzamento in top ten, oltre che ad un fenomeno come Michal Kwiatkowski e degli ottimi passisti. 

Chris Froome in azione alla Volta a Catalunya | Photo: Team Sky
Chris Froome in azione alla Volta a Catalunya | Photo: Team Sky

Dopo la vittoria dello scorso anno, la seconda consecutiva, in cui Froome è apparso forse meno dominatore, mostrando qualche debolezza in salita, ma ha saputo rimediare sfoggiando attacchi in discesa e addirittura in pianura quando nella tappa di Montpellier attaccò con Sagan. L'incidente del Ventoux ha rischiato di compromettere tutto il lavoro svolto, ma la neutralizzazione dei distacchi ha dato una mano al campione britannico che nelle successive tappe in salita ha potuto controllare il vantaggio acquisito grazie alle cronometro. Il Tour 2016 quindi ci consegna un Froome vulnerabile in salita, ma abile a capire i diversi momenti della corsa in cui un attacco può creare scompiglio ed avvantaggiarsi di questo. La successiva partecipazione alla Vuelta, invece, ha rimarcato ancora una volta la difficoltà del Keniano Bianco di poter fare due grandi giri ad alti livelli, soprattutto se ravvicinati, e forse questo lo ha spinto a modificare la propria preparazione per questa nuova annata. 

Sagan batte Froome sul traguardo di Montpellier | Photo: Aso/G. Demouveaux
Sagan batte Froome sul traguardo di Montpellier | Photo: Aso/G. Demouveaux

Nel nuovo anno, Froome, ha corso cinque corse e per la prima volta nella sua carriera arriva al Tour de France senza aver mai alzato le braccia al cielo per festeggiare una propria vittoria. All'esordio in Australia ha lasciato i gradi di capitano al giovane Elissonde, mentre un mese dopo in Catalunya non ha brillato particolarmente, se non nell'arrivo in salita di Lo Port in cui solo Valverde lo ha preceduto sulla linea del traguardo. Al ritmo di una corsa a tappe al mese, l'alfiere della Sky si presenta al via del Tour de Romandie, il primo sconto con quello che lui stesso ha definito il favorito del Tour de France, Richie Porte. Anche nella Svizzera romanda, Froome, soffre in salita confermando quanto già visto nella scorsa Grand Boucle, e per la prima volta viene battuto a cronometro da un suo diretto rivale. Dopo la pausa in Maggio, a Giugno avviene il ritorno sulle scene con il Giro del Delfinato, una corsa chiave nella storica preparazione di Chris Froome. Statisticamente parlando, quando il leader della Sky vince il Definato, poi centra anche il bersaglio grosso. Quest'anno, però, il Keniano Bianco ha fallito il primo obiettivo e non gli capitava dal 2014, quando al successivo Tour de France abbandonò la corsa nella tappa del pavè, dove Nibali mise il primo tassello per conquistare la sua prima maglia giallia. 

Attenzione, però. Questo mancato successo al Delfinato non può e non deve far abbassare la guarda agli avversari, perché Froome avrebbe potuto decidere di provare a modificare la preparazione posticipando il proprio picco di forma nella terza settimana del Tour de France, quella dove solitamente cala offrendo il fianco agli avversari. Questo principalmente per due motivi: il primo è che quest'anno il Tour presente Alpi e Pirenei nelle due settimane iniziali, dove evidentemente Froome pensa di potersi difendere, mentre nell'ultima settimana ci sarà la cronometro decisiva dove potrebbe ribaltare le sorti della corsa infliggendo ampi distacchi ai suoi rivali scalatori; il secondo è la voglia di fare quella doppietta Tour-Vuelta che aggiungerebbe un quid in più ad una già straordinaria carriera.