Richie Porte veste il giallo del leader, Chris Froome piazza la prima stoccata, Fabio Aru apre le danze in quota, arrancano Contador e Valverde. Il Giro del Delfinato offre i primi responsi, in attesa della tappa odierna. Sei Gpm, da Aoste all'Alpe d'Huez, 168 i chilometri da percorrere. La settima uscita entra nel vivo da subito. 25 chilometri circa e iniziano le prime rampe verso la Cote de Berland. 1.2 chilometri, pendenze attorno all'8%, trampolino per la fuga di giornata.
Questa porzione di corsa è particolarmente interessante, perché in sequenza il plotone deve fronteggiare un'ascesa di seconda categoria - Col du Cucheron - e una di prima categoria - Col de Porte - per complessivi 15 chilometri di salita, con pendenze interessanti. Il gruppo può qui sgranarsi, in attesa, poi, dei fuochi d'artificio finali.
Dopo una lunga picchiata, rifornimento al chilometro 80 e settore pianeggiante, utile per recuperare energie e rifinire la tattica conclusiva. La Cote de Garcin - 3.5 chilometri, 6.4% la pendenza media - introduce al gran ballo d'arrivo, con Col de Sarenne e Alpe d'Huez. Il Col de Sarenne è classificato come categoria speciale e misura oltre 15 chilometri. In tre settori la scalata tocca picchi del 9%, mentre nella prima fase sono compresi due tratti in sostanza con pendenza nulla. Le maggiori difficoltà nei 3 chilometri che conducono allo scollinamento. Dalla vetta, breve tratto di pianura - discesa, poi Alpe d'Huez. 3.7 chilometri, 7.2% la pendenza media. Uno strappo secco in avvio, più docile il settore che conduce allo striscione del traguardo.
Richie Porte deve difendere la prima posizione, può correre di rincorsa, Chris Froome ha i suoi tempi, ma la sua frullata può far saltare il banco, Aru è la scheggia impazzita, non teme l'attacco da lontano. Attenzione allo scatto d'orgoglio di Valverde e Contador, ieri in difetto, ma fuoriclasse da considerare al tavolo dei grandi. Bardet, Martin, Yates, numerose le seconde linee pronte a ravvivare la contesa.
Il percorso