Il Giro del Delfinato entra nella retta finale. In archivio la prima fase di corsa - costituita da duelli ad alta velocità, fughe a sorpresa e prove contro il tempo - tocca alle montagne scandagliare la condizione dei big e definire la classifica generale. Il leader - De Gendt - è pronto a consegnare il simbolo che caratterizza il primo della classe, altri, oggi, sono i personaggi attesi. Richie Porte può giocare di rimessa, devono muoversi Froome e Contador, Valverde, sornione, fiuta l'occasione. Il disegno, infatti, ben si abbina al navigato scalatore della Movistar. Un'unica ascesa, benché importante, in cui giocarsi tappa e maglia.
La sesta uscita - Parc des Oiseaux – Villars-les-Dombes – La Motte-Servolex - misura nel complesso 147.5 chilometri e si apre con circa 20 chilometri pianeggianti. Il gruppo affronta la prima difficoltà altimetrica intorno al km40, quando iniziano le prime rampe che conducono alla Cote de Corlier. Terza categoria, 6.4km, 5.4% la pendenza media. Dopo un passaggio nervoso, ma non proibitivo, discesa che porta il plotone al rifornimento, posto al chilometro 83.5. Al km107, secondo step in altura, Cote de Jongieux, 3.3 chilometri, 5% di pendenza. Una sgambata per preparare la squadra al successivo inferno. Poco dopo, infatti, spazio all'ultima salita di giornata.
Mont du Chat, categoria speciale, 8.7 chilometri, 10.3% la pendenza. La parte più agevole è quella iniziale, per un chilometro si oscilla tra il 6% e il 9%, poi la strada si fa ancor più ripida e, fino allo scollinamento, è costantemente tra il 9% e il 12%, con picchi, tra il terzo e il quarto chilometro, al 14% e al 15%. Chi ha gambe può provare a far saltare il banco, possibile un'azione nei 4-5 chilometri finali. Chiusa la fatica, picchiata verso il traguardo, la strada torna a spianare in prossimità dello striscione d'arrivo.
Il percorso