La cronometro, come da previsione, scandisce la classifica. Richie Porte è ora l'uomo da battere in quota, Contador e Valverde osservano da distanza ridotta, Froome è un interrogativo. Il simbolo del primato è ancora sulle spalle di De Gendt. La quinta tappa - La Tour-de-Salvagny – Mâcon - chiama a raccolta i velocisti. Complice qualche sbavatura del gruppo, nelle prime uscite, un solo sprint, con successo di Démare. Oggi, quindi, occasione di riscatto soprattutto per Kristoff e Bouhanni, senza dimenticare Coquard. 

I chilometri da percorrere sono 175.5, 6 i Gpm presenti lungo il percorso. Si sale da subito, Cote de Belmont d'Azergues. 1.4 chilometri, pendenza importante, si avvicina il 9%, qualcuno può lasciare il gruppo e tentare la sortita. Dopo la breve discesa, la tappa vive una fase di stallo, 40 chilometri, qualcosa in più, per raggiungere la seconda difficoltà altimetrica. Inizia qui una sequenza di quattro salite - la più probante è la seconda, Col du Fut d'Avenas, 9 chilometri, pendenza media del 5% - che può quantomeno alterare l'equilibrio. 

Il rifornimento è posto al chilometro 98.5, un successivo rimbalzo pilota all'ultima ascesa. Quarto colle di quarta categoria, Col du Bois Clair, 3.6 chilometri, 3.9% la pendenza. Allo scollinamento, mancano 33 chilometri al traguardo. Il finale non presenta altre problematiche, c'è spazio per ricucire sugli eventuali attaccanti e per rifinire la volata. Difficile che le squadre dei velocisti concedano, per la terza volta, strada libera. 

Il percorso