Dopo essere stato costretto a saltare il Giro d'Italia del Centenario a causa di un infortunio al ginocchio, Fabio Aru torna in gruppo al Giro del Delfinato, al via domani con la prima tappa, una frazione mossa, con partenza e arrivo a Saint-Etienne. Stagione difficile per il Cavaliere dei Quattro Mori, già poco brillante nei primi mesi dell'anno, e ora costretto a ripartire da zero. Delfinato e Tour de France sono i prossimi obiettivi del sardo dell'Astana, che si racconta davanti ai taccuini di Ciro Scognamiglio de La Gazzetta dello Sport.
Tornare a gareggiare è un sollievo per Aru, nonostante l'enorme delusione per il forfait a un Giro d'Italia che avrebbe potuto riservargli tante soddisfazioni: "Gli ultimi mesi sono stati un calvario - dice lo scalatore dell'Astana - per la bronchite, per l’infortunio al ginocchio e per la morte di Scarponi, che mi ha scosso tantissimo. La vicinanza delle persone che mi sono care è stata fondamentale. L'avvio di stagione non era stato negativo, non dimentico le buone prestazioni di febbraio. Al Tour of Oman, secondo in salita e terzo in classifica finale, e ad Abu Dhabi, sesto in salita. Quello restano anche se dopo per me è iniziato un periodo nero, buio. Ora sto bene, giorno dopo giorno sto sempre meglio anche se non so come andrò. Il confronto con i migliori mi manca e non vedo l’ora di averlo qui al Delfinato, che se non è la corsa più dura poco ci manca per percorsi e qualità dei rivali. L’anno scorso facevamo medie pazzesche, si andava sempre a tutta. Ormai, delle grandi corse mi mancano solo il Romandia e la Liegi". Tra i prossimi obiettivi del corridore sardo, anche il campionato italiano di domenica 25 giugno, mentre permane qualche dubbio sulla sua partecipazione alla Route du Sud: "Il programma lo stabiliremo con l’Astana alla fine del Delfinato. Del Tricolore conosco il percorso e lo reputo abbastanza impegnativo. La salita di Ivrea, che va ripetuta 4 volte, la conosco bene, l'ho affrontata al Giro d’Italia 2013, il primo vinto da Nibali. Tiravo per lui ed ero andato a riprendere ‘Scarpa’ (Michele Scarponi, ndr) che aveva attaccato con la maglia della Lampre..."
Dal Delfinato Aru non attende risposte particolari. Troppo precaria la sua condizione per pensare alla classifica generale: "No, non posso aspettarmi niente di particolare, ho corso appena 15 giorni finora nel 2017 e manco dal gruppo da oltre due mesi e mezzo. La voglia che ho di ricominciare però è enorme, non vedo l'ora". Non può mancare un commento sul Giro d'Italia appena terminato, che ha visto trionfare l'olandese Tom Dumoulin: "Non sono sorpreso dalla sua vittoria, non lo avevo mai escluso dai pretendenti alla maglia rosa perché quando ho vinto la Vuelta, nel 2015, mi aveva fatto penare. Ma devo dire che è stato un Giro molto bello. Quintana e Nibali sono andati forte, e anche la prova di Pozzovivo è stata ottima". Uno sguardo al prossimo Tour de France. Aru dovrebbe essere al via di Dusseldorf, sabato primo luglio, e crede a un Quintana competitivo anche alla Grand Boucle, nonostante Chris Froome abbia dichiarato di temere maggiormente i non reduci dal Giro, come Alberto Contador, Richie Porte e Romain Bardet: "Penso che Quintana sarà molto competitivo: l’anno scorso dopo il Tour riuscì a vincere la Vuelta. Credo che Froome facesse un discorso di freschezza in seguito alle fatiche del Giro, ma di sicuro non sottovaluterà il colombiano". Un Aru che potrebbe riscattare la Grand Boucle 2016, di cui fu protagonista fino alla penultima tappa, quella della crisi in salita, che lo fece uscire dalla top ten di Parigi: "Ci sarà tempo per parlarne. Il Tour de France non si prepara di certo attraverso il percorso che ho seguito io e qui al Delfinato mi farà bene avere un confronto subito di alto livello. Sì, è un nuovo inizio a tutti gli effetti e voglio essere all’altezza della situazione".