Era venuto al Giro per giocarsi le sue carte in ottica maglia rosa e lo ha fatto fino all'ultima tappa. Thibaut Pinot, però, ha ceduto proprio sul terreno dove era migliorato moltissimo nel precedente anno: le prove contro il tempo. Nelle due cronometro del Giro 100 Pinot ha perso il podio disputando quella di Montefalco sui tempi di Quintana e l'atto conclusivo di Milano addirittura dietro al colombiano, non certamente uno specialista di questo tipo di prove. 

La delusione per la prova lombarda è tutta nelle parole del francese: "Sono ovviamente deluso, ma sapevo che potevo perdere il podio. Avevo pensato alla possibilità di non avere una grande giornata. Purtroppo era una cronometro particolare, piuttosto piatta e non ho mai trovato il mio ritmo, non avevo le forze. A caldo ovviamente sono deluso, ma ci sono anche degli aspetti positivi come la bella vittoria ottenuta ed il fatto di esser stato in lizza per la vittoria della generale fino all’ultimo giorno". Già, gli aspetti positivi. In questo Giro d'Italia, Pinot, è sempre stato con i primi, una cosa che non gli accadeva da ormai due anni al Tour de France a causa di cadute o importanti malesseri. Questo è già un segnale positivo per Thibaut che può tornare a guardare con il sorriso al futuro e con la consapevolezza di poter vincere un grande giro, prima o poi. 

Il corridore della Fdj è anche uno dei pochi che ha corso all'attacco durante l'ultima settimana della Corsa Rosa, quando chi doveva farlo ha invece aspettato sempre le ultime asperità di giornata per provare a mettere più gap possibile tra sé e Tom Dumoulin, una tattica perdente sin dal principio. Al Blockhaus il francese aveva mandato chiari segnali di forma, arrivando dietro a Quintana ma assieme a Dumoulin, mentre ad Oropa sembrava aver ceduto come nelle precedenti avventure al Tour de France. Le Alpi, però, hanno restituito al Giro un corridore pimpante, vivace e pronto a lottare per provare l'impresa, che a un francese non riesce dal 1989 (Fignon, nda). 

Nella tappa di Bormio, Pinot, si è dovuto difendere dalle discese dello Stelvio, lui che certo non è un ottimo discesista, ma già a Ortisei, su un traguardo con pendenze positive, il francese ha dimostrato di essere uno dei migliori del gruppo approfittando dell'attendismo di Nibali e Quintana per rientrare nella lotta alla maglia rosa. Nella successiva frazione, quella di Piancavallo, Pinot è stato ancora una volta il primo ad attaccare la maglia rosa, in difficoltà sin dalle prime rampe ma inspiegabilmente graziata da tutti fino allo scatto del francese. Ad Asiago arriva, finalmente, l'acuto personale, uno dei più meritati del Giro assieme a quello di Mikel Landa. Sull'altopiano veneto il campione nazionale a cronometro rosicchia ancora qualcosa a Nairo Quintana, in maglia rosa, a Vincenzo Nibali e a Tom Dumoulin presentandosi al via di Monza con 43" di ritardo dal primato. 

Le speranze di vincere il Giro erano già poche, visto il poco tempo che lo separava dalla Farfalla di Maastricht, ma il podio era quanto meno raggiungibile con un prestazione a cronometro sulla falsa riga di quelle dei precedenti due anni, ma l'afa milanese ha fatto il suo corso e come una bottiglia di vino aperta da troppo tempo che si sgasa, Pinot ha perso il suo brio.