Nulla di fatto. L'Etna non stravolge la graduatoria del Giro, i big tagliano in sequenza il traguardo, il vento inibisce azioni potenti, risolutorie. Ci prova Nibali, velleitario, Quintana non si scompone e invita Amador a chiudere. Poi è Zakarin, in progressione, a scuotere la carovana. Poca cosa. Volata, con il russo secondo che recupera qualcosa, Thomas terzo davanti a un pericoloso Pinot, carte coperte. 

Si riparte quest'oggi per la quinta uscita, da Pedara a Messina, 159km da percorrere. Il disegno chiama nuovamente a raccolta le ruote veloci, dopo le sfide d'avvio, con un successo per parte per Greipel e Gaviria. Fiuta il colpo Caleb Ewan, fin qui battuto e all'asciutto, pizzicato a più riprese dalla malasorte. L'Italia è, come di consueto, nelle ruote di Nizzolo e Modolo, in seconda fila. 

La prima parte di corsa è la più interessante, tracciato nervoso, dopo un avvio in discesa, si sale, fino a raggiungere Fornazzo, Gpm di quarta categoria, trampolino ideale per dare vigore all'eventuale azione di giornata. Dopo lo scollinamento, discesa e ulteriore rimbalzo verso l'alto. La situazione di instabilità prosegue per un'altra trentina di chilometri. Il rifornimento di Taormina divide in modo netto la tappa, inizia qui la lotta per il successo parziale tra le squadre degli sprinter. 60km per riunire il gruppo ed organizzare l'eventuale volata. 

Primo passaggio a Messina al km152, un circuito di poco più di 6km da affrontare a tutta, per portare i rispettivi uomini in rampa di lancio. Difficile sorprendere il plotone.

Il percorso