Il Monsieur Roubaix contemporaneo è pronto all'ultima corsa della sua carriera. Una sfida, un grande addio, sulle pietre di un Inferno del Nord già domato in quattro occasioni (2005, 2008, 2009, 2012). Domenica si chiude infatti l'avventura ciclistica di Tom Boonen, idolo del ciclismo belga, 36 anni, in grado di aggiudicarsi sette classiche monumento tra Parigi-Roubaix e Giro delle Fiandre, oltre al titolo mondiale di Madrid nel 2005. 

Vuole chiudere alla sua maniera, Tornado Tom. Su quei tratti in pavè, che lo hanno reso celebre, facendolo diventare un eroe indimenticabile della corsa più affascinante del mondo. Lascerà la sua bici nel velodromo di una cittadina francese al confine con il Belgio, non dopo aver provato a piazzare un pokerissimo mai riuscito a nessuno, nemmeno al suo illustre connazionale Roger De Vlaeminck (Monsieur Roubaix, appunto). Sono trascorsi dodici anni dal primo successo di Boonen sul pavè: da una chioma folta e bionda a una pelata che segnala l'incedere del tempo, ma Tornado Tom rimane uno dei grandi favoriti per la corsa di domenica. E il belga ne è consapevole, così come è certo di non voler tornare sui suoi passi: "Ho preso da tempo la decisione di ritirarmi - le sue parole in conferenza stampa nella sede della sua squadra, la Quick-Step Floors - e non tornerà indietro. Il mio obiettivo era quello di arrivare in buone condizioni alla fine della mia carriera, e posso dire di averlo raggiunto. Ora sto bene, ho fatto tutto ciò che mi ero prefissato". Un Boonen che nasconde le emozioni: "Tutti i corridori cominciano la carriera e poi a un certo punto si ritirano, ora come ora non vedo cosa ci sia da emozionarsi. Tutta l'attenzione sul mio ritiro non mi farà perdere la concentrazione sulla corsa. Sono mentalmente pronto, come lo ero anche lo scorso anno, con la differenza che adesso sono in condizioni migliori. Ho avuto molto tempo per prepararmi al meglio, finora è andato tutto per il verso giusto, ma so che sarà durante la corsa che avrò bisogno di non sbagliare nulla". 

"Sono contento che finalmente ci siamo, mi sento bene, ho una grandissima squadra alle spalle, e buone possibilità di successo, quindi sono ottimista e speranzoso. Sarà la solita Roubaix, con l'unica differenza di cosa accadrà dopo l'arrivo. Per gli altri favoriti sarà una corsa normale, non per me, perchè la mia carriera si chiuderà lì. Credo che nessuno in gruppo darà peso al fatto che sarà la mia ultima corsa: anzi, correranno alla morte contro di me. Sanno che sono l'uomo da seguire, come è sempre accaduto negli ultimi dieci anni. Spero solo che sia una Roubaix dura, con bel tempo e condizioni rapide. La velocità dovrà essere altissima durante l'intera giornata". Il belga non si sbottona sulla tattica di gara della sua squadra: "Magari potrei fare la differenza su uno dei settori di pavè - scherza Tornado Tom - ma che nessuno si aspetti una corsa diversa dal solito. Ci sono grandi corridori che ancora non l'hanno vinta, e che hanno bisogno di chiudere questo gap. Io invece sono nella stessa situazione degli anni precedenti: non posso concentrarmi solo su uno o su due avversari, questa è una tattica che non funziona con nessuno. Alla Roubaix non puoi mai sapere dove fare la differenza, in un punto o in un altro della corsa. Bisogna cogliere il momento, perchè con l'allungo giusto si può arrivare fino al traguardo. Spetterà a me e ai miei compagni di squadre creare le condizioni per vincere. In caso contrario perderemo. Ma io voglio vincere".