Dopo la cronosquadre inaugurale - con la conferma della supremazia della BMC - entra nel vivo la Tirreno edizione 2017. La seconda uscita prevede infatti 3 GPM, con traguardo in quota a Pomarance. La tappa si può spezzare in due tronconi, i primi 120km sono estremamente facili, nessuna alterazione lungo il tracciato, una fase di passaggio alla seconda e più interessante porzione.
L'ascesa verso Serrazzano accende la prova, è un trampolino perfetto per provare la gamba e osservare i rivali. Difficile, tuttavia, ipotizzare una selezione a 100km dal traguardo. Più adatte sono le successive difficoltà. La salita di Volterra presenta pendenze regolari, ma da non sottovalutare, quella di Montecatini Val di Cecina può fiaccare la resistenza di molti. Ad inizio stagione, con pochi chilometri nelle gambe, il fiato può farsi corto, il terreno improvvisamente arido.
Come detto, traguardo in quota, a Pomarance. Sono circa 6km, di differente natura. L'abbrivio è infernale, uno strappo al 16%, breve ma intenso. La strada, poi, spiana e concede un attimo di respiro. Gli ultimi 5km sono all'insù, ma non certo probanti. La pendenza si attesta intorno al 4,5%, con un falsopiano che unisce il primo settore all'ultimo, quello che porta il plotone al termine della tappa.
Una corsa, quindi, di lettura complessa, in cui gli uomini di classifica - Quintana, Aru e Nibali - devono soprattutto attendere l'evolversi della contesa ed evitare possibili ribaltoni. Teatro costruito ad arte per gente come Van Avermaet, Kwiatkowski, Stybar, senza dimenticare Sagan, punto interrogativo in questa Tirreno.