Li si potrebbe chiamare "i furbetti del pavé", ma sarebbe ingiusto perchè, in fondo, tutti fanno così. Tutti, se ne hanno la possibilità, evitano di pedalare sulle pietre e sulle trappole che nasconde all'interno di esse. Alcuni potrebbero dire che è un imbroglio. e in parte è assolutamente vero perché far correre le ruote sull'asfalto piuttosto che sul pavé ti facilita di molto le cose, ma è altrettanto vero che nessuno fa qualcosa per evitare che ciò accada.
Dopo la Omloop Het Nieuwsblad, corsa che apre da anni la stagione sulle pietre, è ricominciata l'annosa polemica su chi evita il pavé pedalando su marciapiedi, sterrato o prato. A rilanciare la questione è stato un eloquente e aggressivo tweet di Edward Theuns, corridore della Trek Segafredo, che a fine gara si è lamentato con l'Uci per questa scorrettezza chiedendo una improbabile squalifica dei primi tre classificati.
So before the race they say that if they find images of riding in a bike path they will dsq you... so...???? @UCI_cycling #bullsh*t pic.twitter.com/QND0ziXh7P
— Edward Theuns (@EdwardTheuns) 25 febbraio 2017
L'immagine postata dal corridore della Trek riguarda un tratto dell'Holleweg, dove i corridori di testa sono ripresi dalle telecamere mentre pedalano sul marciapiede di fianco al pavé, al posto che a centro strada come fatto dal gruppo inseguitore. L'ira di Theuns nasce anche a causa di un avvertimento fatto dagli organizzatori che prima del via ufficiale avrebbero avvisato che, qualora avessero trovato ciclisti pedalare su fondi stradali che non siano le pietre, essi sarebbero stati squalificati.
Il problema, ovviamente, è che è difficilissimo squalificare corridori del calibro di Peter Sagan o Greg Van Avermaet quando anche gli inseguitori avrebbero fatto la stessa cosa, se solo non fossero stati in un gruppo numeroso. Gli unici che hanno provato a limitare questa cosa sono gli organizzatori della Roubaix che da un po' di anni a questa parte hanno messo delle transenne, almeno nella Foresta di Arenberg, a bordo strada. La soluzione studiata da Aso è certamente efficace, ma è altrettanto pericolosa come ha dimostrato la caduta dello scorso di Elia Viviani, rimasto schiacciato proprio contro una transenna. Tuttavia, per ora, resta l'unica soluzione attuabile per risolvere questo problema, anche se dovrebbe essere accompagnato dalla riduzione dei mezzi a motore presenti in corsa che, invece, aumentano ogni anno, con buona pace per la sicurezza dei corridori.