Hanno cambiato squadra per tornare protagonisti. Michael Matthews e Philippe Gilbert, corridori diversi per età e caratteristiche tecniche, si preparano alla prossima stagione come a quella del riscatto, dopo essere approdati rispettivamente al Team Sunweb e alla Quick-Step Floors. Entrambi hanno affidato i loro pensieri su vecchi e nuovi obiettivi al sito cyclingnews.com.
Matthews, ventiseienne australiano in uscita dalla Orica-Scott, non ha nascosto le difficoltà incontrate nel 2016, anche a causa della concorrenza del fenomenale campione del mondo Peter Sagan: "Negli ultimi anni non è stato battibile - dice l'aussie a proposito del rivale slovacco - speriamo che nel 2017 lo sia. Maglia verde al Tour de France? E' un obiettivo, ma finora non c'è stata battaglia: più che essere una maglia verde, è la maglia di Sagan. Certo, per il Tour e gli appassionati di ciclismo sarebbe bello vedere una lotta fino a Parigi. Per battere Sagan bisogna essere al top della forma, ma non basta: per ora non ce l'ha fatta praticamente nessuno. Anzi, se qualcuno sa come si fa, me lo dica...io ci sto ancora provando. Bisogna sperare che non sia perfettamente concentrato, costringerlo a fare degli errori, e poi vedere cosa succede. Sfilargli la maglia verde non è facile, è sempre nella top three o top five nella maggior parte delle tappe". Ma Matthews è ancora alla ricerca di una propria identità ciclistica: velocista o corridore completo, anche da grandi classiche: "Non sarò mai in grado di battere un Cavendish o un Kittel allo sprint - dice Michael - quindi devo concentrarmi sulle mie caratteristiche. Nelle volate di gruppo è molto difficile avere la meglio su corridori che pesano quasi il doppio di me, quindi direi che devo provare a inserirmi nella categoria di atleti del calibro di Van Avermaet, Kristoff, lo stesso Sagan, che possono fare le volate ma reggono anche in salita". Matthews racconta poi del suo rapporto difficile con l'ex compagno di squadra e connazionale Simon Gerrans, veterano che ha invece rinnovato con l'Orica-Scott: "Abbiamo avuto spesso dei problemi, un po' come Hamilton e Rosberg in Formula Uno. Siamo entrambi dei vincenti e vogliamo sempre vincere. E' complicato gestire un rapporto del genere quando si hanno gli stessi obiettivi. Si tratta di quei casi in cui ciascuno deve lasciare per strada qualcosa".
Vuole ricominciare da zero anche Philippe Gilbert, trentaquattro anni, che ha firmato per un anno con la Quick-Step Floor di Tom Boonen, suo connazionale che si ritirerà il prossimo aprile alla Parigi-Roubaix: "E' un grande onore far parte di questa squadra - dice il belga fino allo scorso anno in forza alla BMC - il mio inserimento qui è stato facile, conoscevo già la maggior parte dei corridori e dei membri dello staff. Correre insieme a Tom è qualcosa di speciale: mi è già capitato in nazionale ai Mondiali. C'ero quando lui è diventato campione del mondo, e lui era con me quando a vincere sono stato io. Quindi abbiamo già qualcosa in comune. Tom è esattamente come lo si vede dall'esterno: mai falso e sempre sorridente. E' un ottimista che lavora duro. Sono convinto che saremo un bel duo". Gilbert è però consapevole di dover tornare sui livelli di almeno un paio di stagioni fa per pensare di essere nuovamente competitivo: "Il mio obiettivo rimane quello di vincere una grande classica: l'ho fatto per tanti anni, la scorsa stagione non ci sono riuscito perchè mi sono rotto un dito della mano in un momento cruciale. Le mie ultime grandi vittorie sono quelle all'Amstel Gold Race del 2014 e del 2015: l'anno scorso non mi sono aggiudicato alcuna Classica Monumento, direi che è ora di tornare a vincere. Con la Quick-Step ci sono state grandi battaglie in passato, io ero dall'altra parte della barricata. Mi piaceva correre contro questa squadra perchè aveva grandi corridori ed era sempre aggressiva. Hanno sempre saputo vincere con un certo stile, speriamo che sia ciò che accadrà anche a me nel 2017".