E' stato un 2016 intensissimo per gli appassionati di ciclismo. Un Giro d'Italia deciso sulle ultime salite delle Alpi piemontesi, una prova olimpica in linea mai così dura e incerta, un Tour de France dominato da Chris Froome e dalle polemiche sul comportamento dei tifosi e sulla pericolosità di moto e auto in corsa, una Vuelta in cui tutti hanno attaccato tutti, un Mondiale vinto dal solito sospetto, oltre alle grandi classiche, che hanno regalato spettacolo fino alla chiusura del Giro di Lombardia. Ecco perchè è giusto dedicare almeno un'istantanea per ogni evento e per ogni protagonista dell'anno che se ne va, cominciando dal trionfo su pista alle Olimpiadi di Rio di Elia Viviani, fuori categoria rispetto alle gare su strada.

1. Alberto Contador alla Parigi-Nizza. L'immagine del Pistolero che prova l'attacco da lontano, solo contro il Team Sky, è la foto simbolo del 2016 di Contador. Una stagione da vorrei ma non posso, un po' per problemi fisici, un po' per una squadra che non l'ha mai assistito. Ha fatto comunque divertire tutti anche alla Vuelta (mentre al Tour è stato costretto al ritiro) nonostante abbia chiuso giù dal podio di Madrid.

2. 27 marzo: durante la Gand-Wevelgem, perde la vita il belga Antoine Demoitiè. Venticinque anni, corridore del Team Wanty, Demoitiè viene investito da una motocicletta al seguito della corsa. Una tragedia che scuote il mondo del ciclismo e lo costringe a riflettere.

3. Peter Sagan trionfa al Giro delle Fiandre. Dopo essere stato respinto dalla Milano-Sanremo (vinta tra le polemiche dal velocista francese Arnaud Dèmare), il fuoriclasse slovacco stacca tutti sul Paterberg (Fabian Cancellara compreso) e si aggiudica la prima Classica Monumento della sua carriera. 

4. Mathew Hayman e il sogno del pavè. Una vita da gregario, una carriera giunta al crepuscolo. Ma Mathew Hayman, 37 anni, australiano in forza alla Orica-Greenedge, diventa protagonista nell'Inferno del Nord. Resiste agli attacchi di un infinito Tom Boonen e vince la volata nel velodromo di Roubaix, precedendo proprio Tornado Tom, il britannico Ian Stannard e l'altro belga Sep Vanmarcke. 

5. Wouter Poels spunta nel gelo della Liegi. La Liegi-Bastogne-Liegi è - secondo l'opinione degli addetti ai lavori - la corsa più dura del mondo. La Doyenne, la decana delle classiche, viene quest'anno resa ancor più difficile da una domenica di neve e gelo, da cui esce trionfatore l'olandese Wout Poels, che supera in volata lo svizzero Albasini e il portoghese Rui Costa sul traguardo di Ans.

6. Steven Kruijswijk al Giro d'Italia. Un olandese volante in maglia rosa e in controllo del Giro d'Italia. Tutto perfetto per Steven Kruijswijk, che non sbaglia una mossa per due settimane e mezzo, salvo sbattere su una parete di neve poco oltre lo scollinamento del Colle dell'Agnello. Dal sogno della vittoria di Torino a un piazzamento fuori dal podio, quanti rimpianti per il corridore della Lotto-Jumbo.

7. Vincenzo Nibali si tinge di rosa. Tra un Kruijswijk che alza bandiera bianca e un Alejandro Valverde che non regge le asperità delle grandi salite del Giro, ecco risbucare lo Squalo dello Stretto, in difficoltà per due settimane abbondanti, e poi in grado di capovolgere l'esito della corsa sulle Alpi Piemontesi. 

8. Chris Froome domina il Tour de France ma rimane a piedi sul Mont Ventoux. La maglia gialla è sua, così come la foto dell'anno. Parliamo di Chris Froome, padrone incontrastato della Grand Boucle 2016, che vince a cronometro, in discesa e anche in salita. Ma sul Mont Ventoux il kenyano bianco finisce coinvolto in una caduta (scontro con una moto insieme a Richie Porte) ed è costretto a continuare a piedi per qualche centinaio di metri. La giuria poi neutralizzerà gli ultimi chilometri di un pomeriggio di ordinaria follia.

9. Il congedo a cinque cerchi di Fabian Cancellara. Il diretto di Berna si fa trovare puntualissimo all'appuntamento con la storia. Prepara in maniera maniacale la cronometro olimpica di Rio de Janeiro (mentre la prova su strada era andata al belga Greg Van Avermaet, con Vincenzo Nibali caduto sul più bello), e si aggiudica la medaglia d'oro. Degna chiusura di una carriera fantastica.

10. Nairo Quintana trionfa alla Vuelta. Dai e dai, ecco che lo scalatore più atteso del mondo, riesce a staccare il robotico Chris Froome. Accade alla Vuelta a Espana, dove il ventiseienne Nairo prima fa il vuoto sul traguardo di Lagos de Covadonga, poi attacca da lontano nella tappa di Aramòn Formigàl. Quanto basta per piegare la resistenza del capitano del Team Sky e salire sul gradino più alto del podio di Madrid.

11. Sorriso Chaves. Secondo al Giro d'Italia, terzo alla Vuelta, il piccolo colombiano Esteban Chaves - soprannominato "Sorriso" da Riccardo Magrini di Eurosport - chiude un anno da favola trionfando al Lombardia, beffando in volata sul traguardo di Bergamo alta l'azzurro Diego Rosa e il connazionale Rigoberto Uran.

12. Peter Sagan campionissimo. Lo slovacco è protagonista di un finale da stagione da fenomeno vero. Prima si aggiudica gli Europei di Plumelec, poi si regala il bis iridato a Doha, nel deserto del Qatar. Secondo titolo mondiale consecutivo dunque per Sagan, che in volata regola Mark Cavendish e Tom Boonen.