Difficile conquistare il popolo del ciclismo. Difficile scolpire - nell'immortalità - le imprese di strada. Chris Froome è da anni il dominatore del Tour de France, il punto di riferimento nella principale corsa a tappe, eppure molti faticano a considerarlo un campione, un campionissimo. Considerazione che discende dal modo di correre del britannico e del Team Sky, squadra di appartenenza. Frequente la tendenza a cannibalizzare la corsa, ad evitare rischi e di conseguenza spettacolo. Almeno fino alla scorsa stagione. Il nuovo Froome è più propenso all'offesa, all'affondo, anche in territori inesplorati. Tra discesa e pavè la consacrazione, ulteriore, di un fuoriclasse della bicicletta.
Anche nel 2017, Froome non intende discostarsi dal medesimo iter, la stagione trova quindi il suo culmine sulle strade di Francia. L'obiettivo è chiaro, ripercorrere le gesta dei grandi del passato, allungare con un colpo di pedale la striscia d'oro. Non mancano però le insidie. Se non si conoscono ancora i nomi - almeno in toto - dei principali rivali, si può analizzare il percorso della prossima Grand Boucle e a farlo è lo stesso Froome. "Un Tour molto diverso dal solito. Ci sono soltanto tre arrivi in salita, di cui uno solo duro e lungo. Ci si giocherà il tutto per tutto in quell'unico giorno, anche perché ci sono pochi chilometri a cronometro". Queste le considerazioni alla Gazzetta dello Sport.
Poco spazio quindi per creare selezione, distacchi risicati, una spada di damocle sulla testa degli attori in scena. Una freccia all'arco, senza possibilità di replicare ad un eventuale errore.
Il capitano del Team Sky snocciola poi il suo avvio di stagione. Al Down Under primi cenni di strada per affinare la condizione ed osservare l'evolversi della forma. "Il 10 gennaio vado in Australia e starò li fino alla prima settimana di febbraio. Correrò Down Under e Cadel Evans Great Ocean Race. Poi andrò in altura in Sudafrica per tre settimane. Rientrerò al Catalogna, quindi Romandia, Delfinato e Tour".
Il britannico osserva poi gli avversari. Nomi ormai noti, campioni in grado di alterare il dominio di Froome. Parole d'elogio per Quintana "in salita mi fa soffrire molto" e Contador "è difficile da affrontare perché imprevedibile", un pensiero a Nibali "è da tanto che non ho un testa a testa con lui" e Aru "non ha avuto una stagione facile", poi mano tesa a Chaves "sta crescendo".
Al momento, nessuna ipotesi di ritiro. Froome intende arricchire la sua bacheca, l'obiettivo è mantenere un rendimento elevato per diversi anni, sfruttare appieno il suo fisico. "Voglio correre altri 5-6 anni ad alti livelli. Sono arrivato tardi al ciclismo, posso restare ai vertici più a lungo. Ho solo 9 stagioni da pro' nelle gambe, mi sento ancora giovane. Finchè non sarò fisicamente distrutto andrò avanti".
Froome e la celebre corsa a piedi lungo le rampe del Ventoux