Los Angeles no, Milano si. E' questa la conditio sine qua non affinchè l'Italia possa di nuovo presentare la propria candidatura per ospitare le Olimpiadi. Parole e musica del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, torna sull'argomento olimpico dopo il definitivo no di Virginia Raggi a Roma 2024. Se nel 2024 le Olimpiadi si tenessero in una città non europea come Los Angeles, sarebbe giusto candidare Milano per i Giochi del 2028, in sintesi il discorso di Sala.
"Intanto dico che mi dispiace per Roma, il progetto era molto serio e credibile. Bisogna aspettare settembre 2017 per l’assegnazione di quell’edizione: se fosse scelta Parigi, non ci metteremmo neanche a parlarne, ma se vincesse Los Angeles e quindi una città non europea, allora il Coni potrebbe pensare di candidare Milano per il 2028. Anzi - continua Sala - dico che sarebbe molto giusto farlo, a patto che l’Olimpiade fosse l’occasione per investire sull’impiantistica sportiva della città. La candidatura per la sessione Cio del 2019 sarebbe comunque uno snodo importante".
Sulle caratteristiche della città in vista di un'eventuale candidatura, il primo cittadino afferma:
"Milano è stata una città industriale, poi ha attraversato la lunga fase della finanza, adesso la sua forza è il modello misto. E poi Milano ha già dimostrato di essere capace di organizzare grandi eventi, e non penso solo a Expo. Per l’Olimpiade immagino un triangolo Milano-Torino-Genova: Torino come città di impianti e Genova come città di mare, dove nel frattempo sarà arrivata l’alta velocità".
E sulle condizioni degli impianti che potrebbero ospitare la manifestazione, Sala prevede un piano quinquennale rivolto all'ottimizzazione e allo sfruttamento delle strutture già esistenti:
"Certo, l’Olimpiade sarebbe un’occasione unica sotto questo punto di vista. L’impiantistica sportiva è nel mio programma. Nel piano quinquennale troveremo le risorse. Cominceremo a mettere a posto gli impianti esistenti, e questo nei prossimi mesi, proprio per dare una risposta alle richieste che arrivano quotidianamente dai cittadini che vogliono fare sport.
L'impresa presenta ovviamente anche diverse criticità:
"Ci dedicheremo poi alle gravi carenze infrastrutturali. Sono consapevole del fatto che l’impiantistica sportiva sia la nota dolente di una città che dalle università agli ospedali rappresenta l’eccellenza in molti altri campi - afferma con una nota di dispiacere l'ex CEO di Expo 2015, aprendo però il cassetto dei desideri - Alla fine del mio mandato sogno di lasciare a Milano una piscina olimpica, un grande palazzetto dello sport polifunzionale e una pista d’atletica. C’è tanta voglia di sport attivo e cercheremo in tutti i modi di assecondarla".
Dunque il popolo italiano, largamente sollecitato sull'argomento nelle ultime settimane, vede all'orizzonte una nuova opportunità sportiva, Los Angeles permettendo.