E' ancora presto per capire su quale percorso si disputerà la prova in linea uomini categoria élite dei prossimi campionati del mondo di ciclismo a Doha. Il grande caldo del deserto del Qatar sta rendendo infatti concreta la possibilità che il tracciato venga sensibilmente accorciato (dagli oltre 250 km previsti inizialmente a solo un centinaio). Ciò che è invece certo è che sarà un Mondiale per sprinter, un festival della velocità pura in mezzo a dune e sabbia. Ecco perchè, per una volta, non è difficile identificare i principali favoriti alla conquista della maglia iridata.
Maglia iridata che è ancora sulle spalle di Peter Sagan, il fenomeno slovacco trionfatore a Richmond lo scorso anno. Ma se il percorso della Virginia era particolarmente adatto alle caratteristiche di Sagan, quello di Doha lo costringerà a mettere in mostra le sue doti di velocista. Trattandosi con ogni probabilità di arrivo in volata, il podio dovrebbe essere un affare che coinvolgerà soprattutto corridori del calibro di Mark Cavendish, Marcel Kittel e Alexander Kristoff. Il britannico, dominatore al Tour de France, è sostanzialmente fermo dalle prove su pista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro: la sua condizione è un rebus, alimentato anche dal recente infortunio che ne sta mettendo addirittura in dubbio la partecipazione.
Marcel Kittel si è perso per strada dopo le prime due tappe vinte al Giro d'Italia (con tanto di maglia rosa conquistata) e dovrà guardarsi dalla concorrenza interna del più esperto Gorilla Andrè Greipel, mentre il norvegese Kristoff è reduce da una stagione piena zeppa di piazzamenti.
Per una volta non sarà la Spagna il punto di riferimento della corsa: la nazionale Roja si presenta infatti al Mondiale con una squadra modesta, senza uno sprinter di primo piano (ma ha Castroviejo come uomo da giocarsi a cronometro). Un'altra storica nazione è il Belgio, che ha corridori più adatti al percorso di Doha, anche se le condizioni di Tom Boonen sono tutte da scoprire. Jens Debusschere e Jens Keukeleire sono al momento gli sprinter più affidabili, con Greg Van Avermaet pronto a sfruttare ogni occasione utile per replicare l'acuto di Rio.
Tra le ruote veloci del Mondiale, ecco spuntare diversi outsider, come gli australiani Caleb Ewan e Michael Matthews (quest'ultimo in realtà più adatto a percorsi mossi), e il colombiano Fernando Gaviria, che potrebbe far proseguire il magic moment del ciclismo nazionale dopo i successi in montagna di Nairo Quintana (assente) ed Esteban Chaves (presente). Ci sono poi i francesi, che puntano tutto su Nacer Bouhanni e sul vincitore della Milano-Sanremo Arnaud Dèmare. Danny Van Poppel e Dylan Groenewegen rappresentano invece le speranze olandesi per un posto sul podio, un po' come l'altro norvegese Edvald Boasson Hagen e il danese Magnus Cort Nielsen, messosi in evidenza alla Vuelta con la sua Orica-BikeExchange, vera e propria fucina di talenti giovani. Infine, l'Italia. La nazionale del commissario tecnico Davide Cassani è natualmente infarcita di passisti e sprinter: Daniele Bennati, Matteo Trentin, Jacopo Guarnieri, Manuel Quinziato, Daniel Oss per tenere cucita la corsa o inserirsi in una fuga. Fabio Sabatini come ultimo uomo del treno per Elia Viviani, campione olimpico su pista nell'omnium, sprinter con alle sue spalle le alternative della maglia tricolore di Giacomo Nizzolo e di Sonny Colbrelli.