Arianna Errigo rilancia. Qualche giorno, per dissipare cupi pensieri, per metabolizzare una sconfitta pesante ed inattesa. Virtuosa del fioretto, a caccia di una medaglia olimpica - di metallo pregiato - Arianna inciampa agli ottavi sulle pedane di Rio, cade 15-13 con la giovane canadese Harvey. Lo sguardo è spento, la tensione palpabile, uno schiaffo forte per l'argento di Londra, per la fuoriclasse di Monza. Qualche accusa, un senso di impotenza difficile da digerire. 

Ora uno scenario diverso, il Brasile è ricordo sbiadito, è un punto di ripartenza verso la prossima rassegna olimpica, Tokyo 2020, questo l'obiettivo. Nuove sfide alle porte, un percorso lungo e tortuoso, due binari distinti eppure vicini. La Errigo alza l'asticella e avvicina all'amato fioretto la sciabola. Gioca a due tavoli Arianna, per vincere. 

"Il mio obiettivo è arrivare a Tokyo 2020 col fioretto, ma voglio entrare nella storia della scherma con un'accoppiata che nessuno ha mai tentato fino ad ora: oltre al fioretto, voglio cimentarmi anche nella sciabola"

La stessa Errigo sottolinea poi le problematiche dell'impresa. Fioretto e sciabola seguono diverse direttrici, diversi principi. Le esperienze passate in materia possono aiutare, ma di certo non semplificano la rincorsa. 

"Sono armi completamente diverse, hanno il bersaglio diverso, l'arbitraggio è diverso e anche la tecnica è molto differente. Di solito ci si specializza in una sola perché è già molto difficile così. Sarà una gran bella sfida, mi voglio mettere in gioco e sono pronta"

Nuove motivazioni, un impulso ulteriore a una carriera già straordinaria, un refolo di freschezza per cancellare alcuni interrogativi, cullare sogni di gloria.