Cala il sipario sui campionati Europei di ciclismo, succoso antipasto in vista della rassegna iridata di Doha. A Plumelec - Francia - ultimo giorno di gare, chiude, come di consueto, la prova in linea maschile Elite. Ricca scorpacciata di successi e medaglie per l'Italia delle due ruote nei giorni precedenti, l'obiettivo è centrare quest'oggi il bersaglio grosso per completare una settimana colma di soddisfazioni. Diversi corridori prendono il via in mattinata con ambizioni di vittoria, ma di certo gli azzurri si presentano con ottime credenziali. La squadra - forte di nove unità - è completa e può giocarsi il successo su più terreni. Fabio Aru è il capitano di facciata, ma dietro spingono con forza altri profili, forse di minor lignaggio, ma di certo più adatti al percorso odierno. 

I chilometri da percorrere sono oltre 230, un circuito di 13.9km che il gruppo deve ripetere per ben 17 volte. Come si evince dal disegno sottostante, mancano vere e proprie difficoltà, ma a rendere succoso il finale c'è una Côte di 1.7km. Côte de Cadoudal, pendenza media del 6.2%, ma - nei primi 1000 metri - tratti che sfiorano il 10%. Chi vuole evitare un epilogo in volata, deve per forza muoversi qui, staccare il forte del gruppo e guadagnare una manciata di secondi da difendere al tramonto. 

Mancano i velocisti di prima fascia alla Cavendish, ma alcuni elementi si fanno preferire. Colbrelli e Ulissi difendono i nostri colori, attenzione a Meersman - in calo però sul finire della Vuelta - Lobato, ma soprattutto Sagan, fenomeno in grado di dominare la scena. La Francia si affida ad Alaphilippe, il Belgio a Gilbert, la Polonia a Kwiatkowski, nomi pesanti, finisseurs con un passato glorioso pronti a rispolverare l'antico colpo di pedale. La qualità degli interpreti stoppa l'idea di un arrivo a ranghi compatti, possibile una volata con poche unità. 

Lo strappo:

Il circuito