Nairo Quintana veste, per la seconda volta, la maglia roja. Sul traguardo di Lagos de Covadonga, al termine di un'ascesa con pendenze importanti, il colombiano indossa il simbolo del primato, sfilando la leadership al "carneade" De La Cruz. Scacco al re, scacco a Chris Froome. Quintana si aggancia al traino di Contador per dare vita a un'azione splendida. Il primo squillo è del Pistolero, la reazione di Quintana è veemente. Froome, più indietro, sfrutta il lavoro di due compagni, osserva i suoi dati e alza solo raramente il capo. Quando inizia a mulinare le gambe, a vorticosa velocità, recupera terreno e uomini. Quintana riceve la chiamata via radio e si alza sui pedali. Paga Alberto Contador, l'ultima accelerazione di Nairo piega le gambe di Alberto. I distacchi, al termine, non sono definitivi, ma confermano le sensazioni attuali.
Quintana è il miglior scalatore della Vuelta, l'assolo di ieri segue da vicino quello dell'Alto de la Camperona. Rispetto alla sbiadita recita di Francia, è un altro Quintana. Quando la strada sale la Movistar prende in mano la corsa, ha il netto controllo della situazione. Nairo può contare sull'apporto di Rojas, Moreno e Fernandez. Ma è soprattutto lui, Nairo, a muovere le fila. Le strade di Spagna esaltano la sua natura di scalatore, la polvere del dubbio cede il passo alla consapevolezza. Quintana scatta, si alza sui pedali, sembra non patire arcigne pendenze o ripetuti strappi, mantiene in sella l'eleganza pura dello scalatore nato. Sente di essere superiore, ma al medesimo tempo - come dimostrano le dichiarazioni al termine della decima tappa - conosce la forza dei suoi rivali.
Ha ragione Quintana, non bastano 58 secondi per demolire le certezze di Chris Froome. Stagione lunga per il britannico, comunque brillante. Non ha la gamba del Tour, ma è in buona condizione e ha dalla sua la prova contro il tempo, la seconda dopo quella a squadre inaugurale (successo del Team Sky, con Kennaugh in rosso). Froome gioca in difesa, si stacca, per seguire la sua normale tabella di marcia, un'andatura regolare per non pagare le brusche stilettate dei suoi avversari. Battuto, ma non sconfitto.
Un battito avanti a Froome, Valverde. Sempre in corsa, che sia classica o grande giro, sempre ai piani alti, a dispetto di età e usura fisica. Valverde è il punto interrogativo, il possibile fuoco d'artificio. La Movistar non prevede gerarchie, Quintana e Valverde corrono per la generale, parola alla strada. Strada che per ora respinge Alberto Contador. Una brutta crono ad aprire la corsa, un leggero passo falso nella terza tappa, con arrivo a Dumbrí/Mirador de Ezaro, poi la caduta nella settima uscita. Fasciature e dolori. A un passo dal ritiro, il ritorno, da campione. Contador esce dalla tre giorni di montagna rinfrancato. Sull'Alto de la Camperona, una via crucis. La stoica resistenza di fronte all'azione di Froome, la resa e la redenzione, con la stoccata allo stesso Froome a un passo dal traguardo. Ieri, la voglia di rivalsa. Danza infernale per scalfire la forza di Quintana. L'implacabile responso, Nairo è più forte di Alberto. Ultimi chilometri di enorme sofferenza, un rapporto via via più agile per recuperare un pizzico di brillantezza. Un minuto, poco più, il ritardo, quasi tre nel complesso. Contador occupa la quinta posizione, lontano. La sensazione è che sia però in crescita, attenzione a sottovalutare un fuoriclasse.
Oggi primo giorno di riposo, si riparte domani, arrivo in quota a Peña Cabarga, Gpm di prima categoria, 5.6km, punte al 18%. Nel fine settimana, l'Aubisque e l'approdo a Sallent de Gállego/Aramón Formigal.
Classifica generale. 1. Quintana in 38h 37' 07". 2. Valverde a 57". 3. Froome a 58". 4. Chaves a 2'09". 5. Contador 2'54". 6. Konig a 2'57". 7. de la Cruz a 3'03". 8. Yates a 3'06". 9. Scarponi a 3'14". 10. S. Sanchez a 3'20". 11. Brambilla a 3'49"