Un salto lungo quattro anni: dalla finale olimpica di Londra 2012 alla semifinale, sempre nella competizione a cinque cerchi olimpica, di Rio 2016. Dopo due quarti di finale portati a casa con relativa facilità, Team Usa e Spagna si presentano al penultimo atto del torneo di basket brasiliano con la finale per l'oro sullo sfondo, obiettivo dichiarato per entrambe ad inizio manifestazione. Se da una parte, però, l'atto conclusivo potrebbe essere soltanto naturale conclusione di un cammino già scritto, dall'altro rappresenterebbe l'ennesimo miracolo di una generazione che viaggia verso l'ultimo Grande Ballo. Quella di stasera (ore 20.30 alla Carioca Arena 1) potrebbe essere infatti l'ultima gara in nazionale dei vari Gasol, Navarro, Reyes e Calderon, che rispetto ai colleghi argentini però vorrebbero provare a lasciare senza l'apparente ed inesorabile amaro in bocca.
Ovviamente difficile, sulla carta, battere gli americani, limitandone individualità, esuberanza e fisicità. Obiettivamente ostico, per la Spagna, provare a fermare un Kevin Durant che di fatto da solo ha asfaltato l'Argentina nei quarti di finale. Tuttavia, la truppa iberica di Scariolo, quattro anni dopo, proverà a puntare sulle lacune strutturali di una squadra ben lontana dall'essere Team come quello che in Gran Bretagna superò gli spagnoli di soli sette punti in finale. Era un'altra Spagna, per costituzione, più fisica con Marc Gasol e Serge Ibaka. Era anche un'altra versione di Team Usa, però, con Bryant, Westbrook, Chris Paul e soprattutto LeBron James, più talentuosi rispetto a questa squadra, ma soprattutto più Uniti.
Coach Krzyzewski appare tranquillo in panchina, sereno in volto. Dentro di sè però è ben consapevole dei rischi che può portare questa sfida. Gli spagnoli, negli ultimi anni, sono una delle pochissime nazioni ad essere riuscita quantomeno a mettere i bastoni tra le ruote alla sua squadra, facendo corsa di testa - o quantomeno pari - per gran parte delle sfide disputate. La Spagna ha le armi per mettere a soqquadro il non esaltante sistema difensivo americano, con esterni capaci di alternare rapide soluzioni in contropiede ad azioni nelle quali la palla si muove rapidamente con penentrazioni e scarichi che tendono spesso a trovare i tiratori liberi sul perimetro. Armi che - nel girone, seppur con le dovute proporzioni per approccio mentale e peso specifico del match - l'Australia aveva usato a meraviglia per mettere in serissima difficoltà Team Usa. Al contempo, la fisicità spagnola ha spesso infastidito spalle a canestro Team Usa, con Gasol che si è spesso esaltato sui due lati del campo trascinando con sè i suoi compagni.
Inoltre, la voglia di riscattare la sconfitta di Londra potrebbe essere aspetto tutt'altro che secondario da considerare una volta scesi sul parquet brasiliano, con il gruppo spagnolo che si è legato al dito quella amara delusione londinese. Le ultime tre gare disputate dagli iberici, in nettissima ripresa rispetto a quanto visto ad inizio competizione, lasciano ben sperare, quantomeno nella possibilità di vedere una sfida bella ed equilibrata, in bilico fino agli ultimi possessi. Il premio, stavolta, è la finale per l'oro!