Lizzie Armitstead andrà a Rio. E' questa la sentenza emanata nella giornata di ieri dal Tas, dopo che la campionessa del mondo aveva fatto ricorso per la sospensione notificatale dall'Ukad dopo il terzo controllo antidoping saltato negli ultimi dodici mesi. Il primo di essi risale al 20 agosto 2015, quando la Armitstead era in Svezia per la Crescent Women World Cup Vagarda, il secondo al 5 ottobre, mentre il terzo è del 9 giugno 2016, appena prima di partecipare all'Aviva Womens Tour che poi ha vinto. Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha però decretato che il controllo del 20 agosto 2015 non ha rispettato tutte le procedure previste dalle normative Wada e quindi risulta nullo agli occhi della legge. Questo cavillo burocratico è quello che permetterà alla Armitstead di partecipare alle Olimpiadi di Rio, dove la campionessa britannica è in lizza per una medaglia sia nella prova in linea su strada, sia nello Scratch che nella Corsa a Punti che si disputeranno su pista.
La Armitstead ha spiegato le sue ragioni tramite un comunicato stampa: "La questione è di tipo amministrativo ed è il risultato del fatto che l'Ukad non ha seguito le procedure corrette e non ha fatto tutti i tentativi per mettersi in contatto con me, nonostante avessi dato chiari dettagli nel mio documento per segnalare le mie posizioni future. Comunque – continua la Armitstead - sono stata testata in competizione il giorno dopo aver saltato il controllo, rafforzando la mia posizione: non c'è inganno e non avevo alcuna intenzione di sottrarmi al test. Penso che dovrebbero esserci regole più chiare e mi piacerebbe collaborare con l'Ukad per vedere come migliorare il sistema in modo che nessun altro atleta si trovi nella mia stessa posizione". Queste sono quindi le parole della campionessa del mondo in carica volte a stemperare la tensione del circus ciclistico, ma le reazioni delle sue avversarie non sono tardate ad arrivare. La multi-campionessa mondiale, Pauline Ferrand Prevot, ha commentato tramite il proprio profilo ufficiale Twitter con un laconico “Semplicemente vergognoso” linkando l'articolo del Daily Mail che ha portato alla ribalta la storia, dopo che è stata nascosta per parecchio tempo. L'italiana Valentina Scandolara ha postato, sempre tramite Twitter, una foto abbastanza eloquente con una delle più famose citazioni di George Orwell proveniente da “La fattoria degli animali”: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni di essi lo sono più degli altri”. Il coro, come prevedibile, è quindi contro la Armitstead, rea di aver ottenuto un grande favore dal Tas. Un ulteriore dubbio su tutta questa vicenda nasce dal fatto che la campionessa del mondo, dominatrice della stagione finora, non ha fatto ricorso subito dopo aver saltato il primo controllo antidoping, ma solo dopo aver saltato il terzo controllo e aver ricevuto la notifica dell'Ukad.
...Disappointed. Sport should teach good values, not destroy them. pic.twitter.com/fEOF3YQUyS
— Valentina Scandolara (@ValeScandolara) 2 agosto 2016
Juste honteux... https://t.co/oe0ldXz0Lc
— PFP (@FERRANDPREVOT) 2 agosto 2016
Chiude il cerchio l'ex detentrice del record dell'ora, Bridie O'Donnell, che dice “Quando io ho saltato un test nel 2011, l'attenzione per aggiornare e confermare il mio whereabouts era alle stelle. Saltare più di un test all'anno è davvero strano.”
Insomma con questa vicenda la Armitstead sembra aver perso l'appoggio di tutto il gruppo e di certo la sua immagine ne risentirà parecchio, chissà cosa accadrà se l'attuale campionessa del mondo dovrà vincere la medaglia d'oro in una delle prove a cui prenderà parte.