Mancano poco più di due settimane all'avvio del torneo olimpico di pallacanestro di Rio de Janeiro 2016. In Brasile saranno dodici le selezioni impegnate nella lotta per le medaglie, cinque provenienti dal Vecchio Continente. Tra le qualificate dirette alla manifestazione a cinque cerchi c'è la Lituania, argento lo scorso anno all'Europeo conclusosi a Lille (sconfitta in finale contro la Spagna di Pau Gasol) e ora sorteggiata nel girone B, insieme proprio alle Furie Rosse, alla Nigeria, alla Croazia, all'Argentina e ai padroni di casa del Brasile.
Per certi versi sorprendenti nell'ultima rassegna continentale, dove eliminarono all'overtime nei quarti di finale l'Italia di Simone Pianigiani, i baltici sono allenati dal guru Jonas Kazlauskas, vero e proprio santone del basket del loro paese, che vanta peraltro un'ottima tradizione a tutti i livelli. Per decenni inglobata dall'URSS (oggi Russia, vicina all'esclusione totale dai Giochi, per una particolarissima legge del contrappasso), la Lituania ha sempre fornito alla nazionale sovietica grandissimi giocatori, a partire da Arvydas Sabonis, lungo ballerino visto anche in Nba. I risultati a cinque cerchi nella nuova Repubblica Baltica sono sempre stati lusinghieri, con tre medaglie di bronzo conquistate consecutivamente a Barcellona 1992, Atlanta 1996 e Sydney 2000. Nel 2004 la loro cavalcata verso la finale di Atene fu stoppata dalla meravigliosa nazionale azzurra di Charlie Recalcati, che raggiunse poi l'argento, battuta in finale solo dall'Argentina di Manu Ginobili. Bronzo ai campionati mondiali del 2010, i lituani sono arrivati a un passo dalla vittoria sia agli Europei del 2013, sconfitti nell'atto conclusivo del torneo dalla Francia, che in quelli del 2015, che hanno visto trionfare la Spagna di Sergio Scariolo. Considerati da molti in parabola discendente, i nuovi giocatori baltici hanno ricostruito una squadra di ottimo livello dopo i fasti degli anni Novanta, potendo contare su un sistema federale che sforna talenti a ripetizione.
Il più noto al grande pubblico è probabilmente il centro titolare, quel Jonas Valanciunas in forza ai Toronto Raptors in Nba e punto fermo del quintetto di Kazlauskas. Gli altri lunghi sono praticamente tutti veterani e appartenenti al campionato del loro paese, dal duro e rude Antanas Kavaliauskas al grande vecchio Robertas Javtokas, passando anche per Paulius Jankunas. Fa eccezione il solo Domantas Sabonis, figlio di Arvydas, prodotto da Gonzaga, e scelto con l'undicesima moneta dagli Orlando Magic all'ultimo Nba Draft (poi finito a Oklahoma City insieme a Victor Oladipo nella trade che ha mandato in Florida il congolese Serge Ibaka). E' invece tra gli esterni che la Lituania offre gli elementi più interessanti del suo roster. Le grandi novità sono rappresentate da Marius Grigonis, ala piccola del Manresa (Liga ACB), e per certi versi da Edgaras Ulanovas, guardia dello Zalgiris Kaunas e stella delle nazionali giovanili fino al 2012. I giocatori del quintetto base sono tutti intorno ai trent'anni, abbastanza maturi per poter condurre la propria nazionale fino alla fase ad eliminazione diretta: Mantas Kalnietis è approdato a Milano lo scorso anno (non un gran tiratore, ma un super agonista), Reinaldas Seibutis è l'uomo ovunque di Kazlauskas, mentre Jonas Maciulis è probabilmente il leader emotivo della sua nazionale, ala del Real Madrid. Completa il roster baltico l'intrigante Mindaugas Kuzmniskas, protagonista agli ultimi Europei in uscita dalla panchina e ora ingaggiato addirittura dai New York Knicks, nonostante sia un classe 1989, per certi versi una grande promessa mai mantenuta fino in fondo. Non sarà la squadra più talentuosa del blocco olimpico, ma per storia e tradizione la Lituania potrebbe essere la classica mina vagante di un torneo breve ed intenso.