Nell'Olimpiade degli Ian Thorpe, dei Grant Hackett e dei Pieter Van den Hoogenband, a Sydney si materializzò una lunga onda azzurra nelle gare del nuoto in corsia, un'onda i cui effetti sono durati negli anni e continuano a sentirsi anche oggi. I primi Giochi a cinque cerchi del nuovo Millennio non potevano che svolgersi nel nuovissimo continente, quell'Oceania perfettamente rappresentata da un'Australia in grande crescita, non solo a livello sportivo. 

Per far combaciare le date, la XXVII edizione delle Olimpiadi dell'era moderna si disputò dal 15 settembre al primo ottobre 2000, quando dall'altra parte del mondo, a Sydney, cominciava a fare capolino la primavera. E la rinascita della stagioni coincise con quella del nuoto azzurro, inatteso dominatore di una settimana entusiasmante al Sydney International Aquatic Centre. Fu un crescendo rossiniano. Il 16 settembre Massimiliano Rosolino, napoletano doc ma di origini australiane, colse il primo grande risultato dell'Italia natatoria. Nei 400 metri stile libero Rosolino conquistò un fantastico argento, secondo solo a uno strepitoso Ian Thorpe, capace di fermare il cronometro sul nuovo record del mondo di 3:40.59 (contro il 3:43.40 del nostro Max).

Fu però una gara agrodolce per gli azzurri, che sfiorarono la doppietta sul podio con l'elegante Massimiliano Brembilla, quarto a un centesimo dalla medaglia di bronzo agguantata dall'americano Klete Keller. Gran delusione per il nuotatore bergamasco, che negli anni si sarebbe poi tolto altre soddisfazioni sia individuali che collettive (oltre a ori europei e medaglie assortite ai mondiali, luccica ancora il bronzo della 4X200 di Atene 2004). Ventiquattro ore dopo, ecco la rivelazione al  mondo intero di Domenico Fiovaranti, entrato in finale dei 100 rana con il miglior tempo. L'emozione non frenò il ventitreenne piemontese, che abbassò ancora il suo crono (1:00.46) per prendersi la medaglia d'oro davanti allo statunitense Ed Moses e al russo Roman Sloudnov. Giù dal podio un giovane Kosuke Kitajima.

Il diciotto settembre Rosolino avrebbe concesso il bis nella finale dei 200 metri stile libero, salendo sul terzo gradino del podio nella gara che vide spodestato Thorpe dall'olandese volante Pieter Van den Hoogenband. Ma il bello doveva ancora venire per l'Italia del nuoto, in una finale che più di ogni altra avrebbe rappresentato l'exploit di un intero movimento. Ancora a rana, nei 200, ancora Domenico Fioravanti a prendersi l'oro (unico nella storia olimpica a centrare la doppietta tra 100 e 200), con la splendida intrusione dell'inatteso Davide Rummolo, medaglia di bronzo alle spalle del sudafricano Terence Parkin.

Il terzo oro in corsia fu raccolto nella stessa giornata dal solito, instancabile, Rosolino, che trionfò nella finale dei 200 misti, mettendosi alle spalle i due americani Tom Dolan e Tom Wilkins. Sulla doppia distanza la beffa invece per Alessio Boggiatto, altro piemontese, quarto a sei decimi dal podio. Un'Olimpiade da urlo si concluse così con un bottino di sei medaglie complessive (tre d'oro, una d'argento e due di bronzo), aprendo la strada all'Italia del futuro, con i vari Pellegrini e Magnini a raccogliere il testimone di una generazione irripetibile.